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Latorre a casa sofferente, cinici smentiti

Sul marò i segni dell'ischemia, ma prima del suo arrivo i soliti noti (a sinistra) accampavano dubbi

Il marò Massimiliano Latorre a casa della sorella a Taranto
Il marò Massimiliano Latorre a casa della sorella a Taranto

Roma - Ha passato la seconda notte nel suo letto e forse avrà dormito tranquillo, senza essere torturato dai soliti incubi. Ma per Massimiliano Latorre, il marò pugliese tornato sabato scorso a Taranto per curarsi dopo la lieve ischemia che lo aveva colpito il 31 agosto a Nuova Delhi, non deve essere stato facile separarsi da Salvatore Girone. Ancora più difficile sarà spendere questi giorni con la famiglia, nella consapevolezza che presto dovrà tornare in India, per rispondere insieme all'altro fuciliere della morte dei due pescatori, scambiati per pirati e uccisi il 15 febbraio del 2012. Il conto alla rovescia è già partito, perché l'Alta corte indiana, ottenute le garanzie della nostra ambasciata e dello stesso militare sulla certezza del rientro, gli hanno concesso solo quattro mesi di convalescenza.

Il marò, atterrato venerdì alle 15 all'aeroporto militare di Grottaglie (Taranto), ha trovato ad attenderlo i familiari, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e il capo di Stato maggiore della Marina, l'ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi. Dopo le visite mediche di rito, necessarie per fargli ottenere formalmente la licenza che gli permette la permanenza in patria, Latorre ha raggiunto casa della sorella, nel rione Tramontone. Ma non ha rilasciato dichiarazioni. A parlare, invece, la compagna. «Chiedo che nei prossimi mesi - ha detto Paola Moschetti - sia rispettato il nostro desiderio di privacy e discrezione. È tempo che Massimiliano si concentri sui suoi cari e sulla riabilitazione». «Finalmente sei a Taranto», ha commentato sulla pagina Facebook la figlia Giulia. «Mio fratello è una persona in convalescenza che ha bisogno di riacquistare un pò di serenità - ha aggiunto la sorella Franca Latorre -. Non ha espresso desideri. Penso sia scontato il fatto che ritrovarsi tra le pareti domestiche possa essere un toccasana. È circondato in toto dalla famiglia, in toto e anche di più, anche da voi italiani». Latorre ha bisogno di tempo per ristabilirsi, perché le foto scattate al suo arrivo confermano che non sta bene, in barba a quanto velenosamente ipotizzava una fetta della stampa progressista, istillando il sospetto che l'ischemia non fosse altro che la solita «furbata all'italiana» per permettere al marò di rientrare in patria.

La mobilitazione, però, non si ferma. Ieri il Genoa è sceso in campo a Firenze con il fiocco giallo sulla maglia, in sostegno l'iniziativa «Liberi subito» che vuole sensibilizzazione la nazione sul caso dei marò.

Appello simile dal Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera, che come parole chiave ieri ha scelto: «Latorre a casa, ora ridateci Girone».

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