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Minacce e misure di sicurezza. L'Indonesia temeva un attacco

Dal 2009 Giacarta era tranquilla, ma il governo aveva dispiegato migliaia di uomini, in risposta a una "minaccia credibile"

Minacce e misure di sicurezza. L'Indonesia temeva un attacco

È ancora provvisorio il bilancio dell'attacco terroristico che ha scosso questa mattina Giacarta, capitale dell'Indonesia. Almeno sette le vittime accertate, tra le quali probabilmente un dipendente olandese delle Nazioni Unite, che tuttavia per l'Aja è solo "gravemente ferito".

La città si è svegliata con un commando in azione in una zona centralissima della capitale. Un attacco che tutto era tranne che inatteso. Già a dicembre il Paese aveva avvertito di minacce credibile e il governo aveva dispiegato 150mila uomini delle forze di sicurezza, messi a guardia di chiese, aeroporti e di tutti i possibili obiettivi. La polizia aveva compiuto una serie di arresti preventivi e annunciato di avere sventato un piano per uccidere funzionari del governo.

Già in passato l'Indonesia era finita nel mirino del terrorismo. Nel 2009 alcuni kamikaze si erano fatti esplodere in due hotel di lusso della capitale, il Ritz Carlton e il JW Marriott. Sette anni prima un tragico attacco ai night club a Bali da parte degli uomini della Jemaah Islamiyah aveva portato a più di 200 vittime.

Da sette anni, tuttavia, Giacarta era tranquilla, anche grazie a una serie di operazioni di polizia che avevano messo in manette molti militanti islamisti e di fatto reso irrilevante la rete della Jemaah.

Di recente alcuni arresti di persone sospettate di vicinanza al sedicente Stato islamico, nelle cui fila ci sono anche miliziani originari del Paese.

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