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Libia, altro schiaffo per Macron: l'Onu non crede nel voto a dicembre

L'inviato delle Nazioni Unite, Ghassan Salamè, ha detto di non ritenere credibile il voto a dicembre vista la situazione di grave instabilità del Paese

Libia, altro schiaffo per Macron: l'Onu non crede nel voto a dicembre

L'inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamè, continua a ritenere difficili le elezioni a dicembre per il Paese nordafricano. Come dichiarato durante un'intervista ad Afp, l'inviato del Palazzo di Vetro ha dichiarato che "c'è ancora molto da fare, potremmo non farcela per la data del 10 dicembre".

Secondo Salamè, le elezioni "non potranno tenersi prima di tre o quattro mesi". E la situazione del Paese non sembra dare alcuna garanzia, come dimostrato dalle ultime violenze di Tripoli e dalle minacce di Khalifa Haftar per raggiungere con le sue milizie la capitale libica.

Le elezioni a dicembre sono sempre state un obiettivo del presidente francese Emmanuel Macron. La data del 10 dicembre era stata decisa lo scorso maggio a Parigi durante il vertice fra tutti i leader libici coinvolti nella guerra. Ma l'idea di Parigi è stata considerata da subito controproducente dal governo italiano, che sulla Libia ha idee del tutto diverse: prima deve esserci la stabilizzazione del Paese, poi un processo realmente democratico. E il leader dell'Eliseo ha voluto usare proprio la carta delle elezioni per provare a colpire l'influenza italiana in Libia.

Un'idea fatta propria anche dagli Stati Uniti,che nell'ultima riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno approvato la risoluzione del Regno Unito che

html" data-ga4-click-event-target="internal">non ha posto una data precisa per le elezioni libiche, come voluto invece dalla Francia.

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