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L'Islam celebra la Notte del Destino, l'Isis colpirà l'Occidente?

Il tema della gloria del martirio è ricorrente nella propaganda jihadista, tuttavia al martire consacrato nella Notte del Destino sarà assicurata la gloria e la redenzione

L'Islam celebra la Notte del Destino, l'Isis colpirà l'Occidente?

L’Islam si appresta a celebrare il periodo più sacro del Ramadan con l’inizio della Notte del Destino o Laylat al-Qadr. Il Ramadan, nono mese dell'anno secondo il calendario islamico, è il periodo per eccellenza nell’Islam dedicato al digiuno per la prima rivelazione del Corano da parte dell’arcangelo Gabriele al profeta Maometto. L’osservanza annuale è considerata come uno dei cinque pilastri dell'Islam e obbliga i musulmani ad astenersi dal comportamento peccaminoso e dal combattere se non per autodifesa. Secondo la Scrittura islamica, i premi spirituali del digiuno si moltiplicano durante il Ramadan mentre saranno perdonati i peccati precedenti. Per i veri musulmani praticanti sparsi per il mondo, il Mese Santo si onora con pace e profonda introspezione. Il Ramadan si concluderà il prossimo 15 giugno con l’inizio delle celebrazioni per l’Eid al-Fitr, una delle feste più importanti della religione islamica che sancisce proprio la fine del digiuno.

La Notte del Destino

Possibili date e coincidenze: Dal 17 maggio ad oggi, l'isis ha rivendicato 32 attentati in 8 paesi

Secondo le Sacre Scritture nella Notte del Destino o Laylat al-Qadr, il Profeta Maometto ricevette per la prima volta il messaggio divino nella sua interezza. E' chiamata così perché in essa Allah decreta il destino della creazione per l’anno a venire. In realtà si ignora quale giorno fosse, ma è solitamene indicata come una delle notti dispari dell’ultima decade del Mesa Sacro. Ciò includerebbe il 21°, il 23 °, il 25 °, il 27 ° ed il 29 ° giorno del Ramadan, cioè da domani fino al 13 giugno prossimo. Essendo una festa lunare i giorni effettivi del calendario gregoriano possono variare a seconda di quando il Ramadan è iniziato effettivamente in ciascuna comunità. Ad esempio la maggior parte dei sunniti osserva Laylat al-Qadr il 27 ° giorno del Ramadan. La maggior parte degli sciiti il ​​23 ° giorno. Tradotto significa che la maggior parte dei sunniti lo celebrerà a partire dal tramonto del prossimo 11 giugno fino all'alba del giorno successivo. La maggior parte degli sciiti lo celebrerà a partire dal prossimo 7 giugno.

Questi sono i giorni più sacri del Ramadan: tatticamente parlando sono date che facilitano il coordinamento poichè universalmente conosciute nel mondo musulmano. Secondo le tradizioni islamiche, nella Notte del Destino i peccati saranno perdonati. Nella reinterpretazione della teologia islamica ad opera dell’Isis, l'omicidio negli ultimi dieci giorni del Ramadan è considerato un atto devozionale. I seguaci dell’Isis credono di osservare l'Islam nella sua forma più efficace. Il tema della Gloria del Martirio è ricorrente nella propaganda jihadista, tuttavia al martire consacrato nella Notte del Destino sarà assicurata la gloria e la redenzione. Ecco perché i soggetti radicalizzati o vulnerabili potrebbero cerca di adempiere il proprio destino eseguendo missioni suicide proprio durante gli ultimi dieci giorni del Ramadan. Non a caso, gli attentati avvenuti a Medina, Dacca e Baghdad nel 2016 si verificarono negli ultimi dieci giorni del Ramadan. Il Ramadan si concluderà il prossimo 15 giugno con l’inizio delle celebrazioni per l’Eid al-Fitr. La cerimonia di inaugurazione della 21° edizione della Coppa del Mondo si terrà il prossimo 14 giugno dinanzi gli 80 mila spettatori del Luzhniki Stadium di Mosca. La prima partita sarà Russia - Arabia Saudita, entrambi bersagli già citati dall'Isis.

La finestra utile di tolleranza è di in tre giorni dopo la data ultima secondo calendario.

Venerdì 8 giugno

L'ultimo venerdì di preghiera del Ramadan 2018 cadrà l'8 giugno (dopo quelli del 18/25 maggio e 1 giugno). Il venerdì è il giorno della preghiera congregazionale per il mondo musulmano, un profondo momento di devozione, apprendimento e raccoglimento. Secondo la prospettiva jihadista, la finestra temporale utile per compiere un attentato è sempre di ispirazione divina. Utilizzamo un approccio tattico per spiegare tale frase. Il successo non si misura con la forza delle armi o dal numero di soldati schierati, ma si ottiene con la molteplice coesistenza di un certo numero di fattori. I due principali fattori sono la posizione ed il tempo. La determinazione è un segno distintivo dell'esecutore solitario. Parliamo quindi di bidimensionalità dell’operazione solitaria nella sua doppia valenza politica e militare. Vi sono numerose variabili infine, da consdierare come la logistica, le opportunità percepite e l'accesso agli obiettivi desiderabili. I terroristi incoraggiano i propri affiliati nel compiere attentati durante date specifiche nel tentativo di dare un'illusione di coordinamento globale, in realtà assolutamente casuali. Gli attentati del venerdì possono essere incoraggiati attraverso la retorica radicale dei mullah. Questo è uno dei motivi per cui così tante proteste nei paesi islamici avvengono di venerdì.

Gli appelli delle sigle pro-Is

Fin dal 2014, le sigle pro-Is hanno diffuso sulla rete diversi appelli per compiere attentati durante il Ramadan. Rispetto agli altri anni, l’intensità di tali appelli in quella che è definita fase preparatoria è nettamente diminuita. Le sigle pro-Is attenzionano principalmente i prossimi mondiali di calcio che si terranno in Russia. Ad oggi il gruppo ufficiale Isis non ha mai menzionato nella sua letteratura pubblica (ne esiste una parallela privata) i prossimi campionati del mondo di Russia, anche se la natura multinazionale dell’evento lo rende un bersaglio simbolico ed unanimemente accettabile per i terroristi. Minacce ed un maggiore coinvolgimento dei simpatizzanti non sono affatto sorprendenti, basti pensare alle olimpiadi di Rio del 2016. Per attirare i simpatizzanti due anni fa la propaganda pro-Is venne diffusa sui social media tradotta per la prima volta in portoghese. Medesima strategia adottata per altri eventi olimpici come Sochi e Pechino. Da circa quattro settimane, le minacce rivolte ai campionati del mondo sono state tradotte in russo. Nella reinterpretazione teologica, la finestra temporale utile è sempre di ispirazione divina. La propaganda è essenziale per la sopravvivenza dell’Isis sia come gruppo che come idea per coltivare quella profondità strategica digitale. È un meccanismo prezioso con il quale far valere l’acquiescenza nel suo proto-Stato ed un’arma penetrante con cui affermare la propria egemonia terroristica all’estero. Negli anni a venire, servirà come bandiera attorno alla quale i veri credenti del califfato si raduneranno, una volta perduti i territori.

L’appello Isis

Ad oggi nessun messaggio di attivazione è stato diffuso

E' il messaggio dell'Isis ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti per attacchi pianificati e su larga scala in Occidente. I messaggi pro-Is, comunque rivendicati su Amaq, si rivolgono ai soldati del califfato, coloro che sono stati ispirati senza aver mai avuto un contatto diretto con il nucleo centrale dell'organizzazione. La frase utilizzata per consacrare un ruolo attivo o determinante del comando centrale Isis negli attentati è distaccamento di sicurezza o distaccamento operativo. Nelle rivendicazioni sul canale ufficiale dello Stato Islamico dove è presente la frase "distaccamento di sicurezza o distaccamento operativo" vi è sempre in antitesi la parola "crociati o forza crociata". Il distaccamento è da intendersi sia come organismo dell'organizzazione ribelle con sede fissa che della rete terroristica clandestina dispersa in tutto il globo. Al distaccamento spettano azioni meno frequenti e più dispersive. Lo scorso anno il portavoce dello Stato islamico Abu al-Hassan al-Muhajir rilasciò su Telegram una messaggio audio di incitamento per compiere attentati durante “il mese sacro della jihad” in Europa, Russia, Stati Uniti, Australia ed Iran (l’Isis ritiene i musulmani sciiti come apostati). Il messaggio è stato diffuso il 12 giugno dello scorso anno, a dodici giorni dalla fine del Ramadan.

Come i terroristi hanno trasformato il Ramadan in un mese di guerra

Un modello stagionale di violenza

Il Profeta Maometto ottenne la prima vittoria musulmana della storia in quella che è nota come la Battaglia di Badr, durante il Ramadan del 624. Contro ogni probabilità, quella vittoria assicurò la sopravvivenza della neonata comunità di credenti. Durante il Ramadan del 630, Maometto conquistò anche la Mecca. I jihadisti sfruttano tali riferimenti storici manipolandoli per fini politici. Abdullah Azzam, il padre della jihad moderna, nei suoi testi affermava che "trascurare la jihad è come abbandonare il digiuno e pregare. Solo con la jihad il musulmano può raggiungere il più alto dei ranghi. Il credente vede la vita terrena come una prigione ed ambisce a raggiungere Allah". La reinterpretazione della teologia islamica ad opera dell’Isis risale al 2014, durante i primi sermoni di Abu Mohammed al-Adnani, portavoce del gruppo e del califfo autoproclamato Abu Bakr al-Baghdadi. Il linguaggio jihadista non va inteso come letterale, ma interpretato ed incastonato in un preciso contesto con un chiaro obiettivo strategico. Nella sua prima apparizione pubblica in una moschea nella città irachena di Mosul, al-Baghdadi gettò le basi della nuova mentalità radicale islamista sostenendo la liceità e la natura obbligatoria della jihad nel Ramadan. Il discorso di al Baghdadi decontestualizzava le classiche prescrizioni del Corano per garantire un supporto religioso ad omicidi e missioni di martirio.

“Gli atti virtuosi (omicidi) durante il Ramadan varranno mille volte più di qualsiasi altro periodo dell’anno. Questo è il mese in cui il profeta ha ordinato agli eserciti di combattere contro i nemici di Dio. E Dio ama chi uccide i nemici in suo nome”.

Un semplice passaggio che di fatto elevò la jihad durante il Ramadan ad obbligo per i musulmani. L’omicidio dei non credenti, che è sempre di ispirazione divina, durante il Ramadan acquisiva un valore ulteriore poiché avrebbe moltiplicato le ricompense spirituali. La Sacra Scrittura Islamica è stata così stravolta da messaggi che invocano a “guadagnare il massimo beneficio durante il Ramadan”. Nella visione Isis l’omicidio durante il Ramadan non è considerato come una violazione della Sacra Scrittura, ma un obbligo in rispetto alla nuova rivisitazione moderna della teologia islamica. Poiché sono le azioni terrene che garantiscono le ricompense divine, l’omicidio durante il Ramadan ha pienamente senso. È questa la base teologica alla base degli attacchi durante il Ramadan, da al-Adnani definito come “il mese di conquista”. Se l'Occidente non capisce come l'Isis elabora e decontestualizza la teologia islamica, non sarà mai in grado di combatterlo efficacemente.

Il primo messaggio dell'Isis per il Ramadan del 2014

In preparazione del Ramadan del 2014, l’Isis iniziò ad utilizzare in diversi messaggi ed articoli pubblicati su Rumiyah la parola ribat. Quest’ultima inserita gradualmente nei testi, è stata poi associata al Ramadan per un binomio linguistico divenuto costante. Non si trattava, così come erroneamente inteso, di semplice propaganda con riferimento al Medioevo islamico. Con il termine Ribat ci si riferisce ad un avamposto di frontiera ai confini del mondo islamico. Una struttura fissa quindi, in grado di assolvere ad un duplice scopo di natura spirituale e militare. Frasi come “Fare Ribat”, nella raffigurazione moderna della jihad con la scrittura islamica classica, iniziarono a ripetersi costantemente nei testi e nei messaggi dei terroristi. Poiché la legittimità dell’Isis tra i suoi seguaci si basa sulla rivendicazione delle dottrine islamiche, contestualizzare il Ramadan a momento di lotta divina contro i nemici di Dio aveva pienamente senso. Riscrivendo la percezione di un nemico lo si colloca al di fuori di un gruppo. Non riconoscendo nell’avversario alcun tipo di diritto, si elimina qualsiasi tipo di preoccupazione e rimorso nel compiere azioni efferate contro soggetti che non dispongono di caratteristiche umane. La retorica delle organizzazioni terroristiche impiega spesso linguaggi e immagini per ritrarre i nemici con spiccate caratteristiche negative a svariati livelli (affettivi, culturali, intellettivi).

Enfatizzando la percezione di un nemico non umano infine, si annulla qualsiasi tipo di negoziazione pacifica.

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