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L'Islanda abolisce il reato di blasfemia

L'isola atlantica ha definitivamente cancellato ogni legge che puniva atti o comportamenti blasfemi. Ma si tratta di libertà di espressione o mancanza di rispetto?

L'Islanda abolisce il reato di blasfemia

C'è un Paese, l'Islanda, dove da oggi in poi la bestemmia sarà perfettamente legale. E con essa ogni altro atto di blasfemia.

Il Parlamento dell'isola atlantica ha abolito tutte le leggi che punivano la blasfemia, su impulso del cosiddetto "Partito pirata", che da anni si batte per la libertà di espressione, sopratutto su internet. Nei mesi successivi all'attacco a Charlie Hebdo, i parlamentari "pirati" hanno dato il via a una campagna per l'abolizione di queste leggi, sfidando l'aperta opposizione di diverse chiese dell'isola.

Le leggi abolite risalivano al 1940, quando per punire i blasfemi venne stabilita una pena che andava da una semplice multa fino a tre mesi di reclusione. Secondo il locale Iceland Monitor, la misura è stata accolta con favore dalla Chiesa d'Islanda, che l'ha salutata come "al passo con i tempi" nell'abolire "ogni potere legislativo che limiti la libertà d'espressione". La Chiesa cattolica e quella pentecostale, invece, si sono dette contrarie.

Sull'isola, la confessione religiosa più rappresentata è quella che fa capo alla Chiesa di Stato luterana (80% dei fedeli), mentre le altre confessioni cristiane ne raccolgono il 5%.

La religione tradizionale, detta Asatru, raccoglie anch'essa il 5% dei credenti.

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