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Ora l'Italia si schiera con Israele: no a risoluzione pro Palestina

Alfano annuncia: "Voteremo no alla risoluzione Unesco su Gerusalemme che verrà discussa oggi perché è politicizzata"

Ora l'Italia si schiera con Israele: no a risoluzione pro Palestina

"No all'ennesima risoluzione politicizzata su Gerusalemme all’Unesco". Dopo la gaffe di Paolo Gentiloni quando era alla Farnesina, Angelino Alfano stavolta è stato chiaro e l'Italia non si asterrà dal voto.

"Ho dato precise istruzioni di voto al Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unesco: votare no contro l’ennesima risoluzione politicizzata su Gerusalemme, tra l’altro nel giorno di una importante festa nazionale israeliana", ha detto il ministro degli Esteri, schierandosi apertamente al fianco di Israele, "La nostra opinione è molto chiara: l’Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi. Coerentemente con quanto dichiarato a ottobre noi, dunque, voteremo contro la risoluzione, sperando che questo segnale molto chiaro venga ben compreso dall’Unesco".

La risoluzione Unesco in questione è intitolata "Palestina occupata" e respinge la sovranità israeliana su Gerusalemme. Sarà votata a Parigi proprio oggi, giorno in cui Israele celebra la sua 69esima Giornata dell’Indipendenza. In vista del voto, la vice ministro degli Esteri israeliana, Tzipi Hotovely, aveva chiesto ai 58 Paesi membri del comitato esecutivo dell’Unesco di non contribuire a propagare "una storia falsa": "È assurdo. Ci siamo abituati al concetto di fake news. Ebbene, benvenuti nella storia falsa", ha detto in un video appello ai membri del board, "L’Unesco è stato a lungo politicizzato e purtroppo è diventato uno strumento al servizio della propaganda palestinese contro Israele".

Lo scorso anno, cinque degli 11 Paesi europei membri del board votarono contro la risoluzione; gli altri 6, tra cui l’Italia, si erano astenuti. A far infuriare Israele era stato il fatto che la risoluzione ignorasse i legami del popolo ebraico con i luoghi santi nella Città Vecchia di Gerusalemme e criticasse il modo in cui Israele li gestisce. Nella risoluzione, poi, i luoghi sacri inseriti dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’Umanità e da proteggere venivano indicati usando solo il termine arabo (Spianata della Moschea, in italiano) e non il termine ebraico per Monte del Tempio. Inoltre Israele veniva indicato come un potere occupante e condannato per le sue "crescenti aggressioni".

Il testo attuale è modificato e più moderato, ma attacca ancora Israele per le sue azioni a Gerusalemme e a Gaza.

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