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Londra, ragazza alla pari sequestrata, torturata per mesi e uccisa

Francia e Gran Bretagna sconvolte dalla vicenda di Sophie Lionnet, au pair francese tenuta in ostaggio e seviziata per mesi da una famiglia di Londra

Londra, ragazza alla pari sequestrata, torturata per mesi e uccisa

Sequestrata, torturata e uccisa lentamente, con un sadismo da film dell'orrore. La 21enne francese Sophie Lionnet ha trovato una morte orrenda a Londra, la città che aveva scelto per migliorare il proprio inglese lavorando come ragazza alla pari.

Nella capitale britannica era arrivata dalla natìa Francia nel 2016, appena ventenne. Qui aveva accettato di fare la ragazza alla pari per soli 56 euro al mese più vitto e alloggio presso la casa di Ouissem Medouni e Sabrina Kouider, giovane coppia con due figli di sei e nove anni. Una famiglia all'apparenza perfetta, che però ora si trova protagonista di un processo per capi d'accusa gravissimi.

Tutto è iniziato il 20 settembre dello scorso anno, quando i Vigili del Fuoco di Londra vennero chiamati nel quartiere di Wimbledon da alcuni cittadini che segnalavano la presenza di una grossa colonna di fumo in un'abitazione del quartiere, da cui provenivano oltrettutto odori nauseabondi. I pompieri trovarono Ouissem Medouni intento a bruciare qualcosa che lui sosteneva essere della carne per un barbecue: tuttavia a un esame sommario emerge che nel barbecue sono presenti ossa umane. Quelle di Sophie.

Medouin e la moglie vennero immediatamente fermati; sulla vicenda aprì un'inchiesta Scotland Yard, conclusasi nel processo aperto ieri a Londra. Agghiaccianti i capi d'accusa di cui la coppia deve rispondere di fronte al giudice.

Sophie, inizialmente accusata di aver rubato alcuni gioielli nella casa in cui era ospite, sarebbe stata minacciata e vessata in modo sempre più violento. Dopo quelle di furto, arrivarono le accuse di aver molestato sessualmente i bambini, definite dai pubblici ministeri "completamente infondate".

Spaventata, Sophie cercò di allontarsi dalla casa ma ogni tentativo di fuga sarebbe stato reso vano dal ricatto dei suoi padroni: dopo averle sequestrato la carta d'identità, la coppia le avrebbe vietato di abbandonare la casa di famiglia senza aver confessato i delitti di cui la ritenevano colpevole. Il sequestro si è però presto trasformato in un vero e proprio ricatto, con interrogatori - spesso registrati in video che poi si sono rivelati prove fondamentali per l'accusa al processo - accompagnati da violenze e torture, minacce di stuppro e privazioni del cibo.

Le analisi mediche avrebbero evidenziato i segni di percosse durissime e prolungate: "uno sterno e una mascella fratturati, quattro costole rotte, lividi sul braccio sinistro, alla schiena e al torace".

Alla fine, dopo averne provocato la morte per il dolore e per gli stenti, la coppia avrebbe tentato di disfarsi del corpo ormai senza vita di Sophie bruciandolo in giardino.

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