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Da Londra schiaffo a Bruxelles: "Lasciamo la Convenzione dei diritti umani"

Dopo i proclami anti Brexit di Obama, gli euroscettici rilanciano la campagna per l'uscita dall'Ue. E il ministro dell'Interno assesta un duro colpo alla Ue

Da Londra schiaffo a Bruxelles: "Lasciamo la Convenzione dei diritti umani"

La Gran Bretagna deve restare nell'Unione europea. Ma, comunque vada il referendum del 23 giugno, dovrebbe "lasciare la Convenzione europea dei diritti umani" per tutelare la propria sicurezza nazionale in materia di immigrazione. Parola di Theresa May, ministro dell'Interno e fedelissima del premier David Cameron. Affermazioni che stridono con quelle del presidente Stati Uniti Barack Obama che oggi stesso ha richiamato ancora una volta il tema dell'accoglienza agli immigrati a margine di un vertice con i leader di Germania, Italia, Francia e Regno Unito.

Dopo i proclami anti Brexit di Barack Obama a Londra gli euroscettici britannici rilanciano la campagna per l'uscita dall'Ue e puntano, ancora, sull'emergenza immigrazione. A farsene portavoce è oggi il ministro della Giustizia, Michael Gove, sostenitore del divorzio da Bruxelles in dissenso da Cameron che paventa una invasione di stranieri se il regno non lascerà il Club dei 28. Gove evoca sul Times una politica di "immigrazione libera per tutti" in seno all'Unione europea facendo balenare l'incubo che gli immigrati possano arrecare "un danno diretto e grave" agli equilibri del sistema sanitario britannico (Nhs). "Restando nell'Europa comunitaria - argomenta il ministro - la Gran Bretagna non potrà controllare i confini neppure di fronte all'ondata d'ingressi che deriveranno dalla possibile adesione di Paesi quali la Macedonia, il Montenegro, la Serbia, l'Albania e magari la Turchia".

Di altro parere la collega titolare dell'Interno, pure considerata un "falco" sul dossier immigrazione, ma convinta che la permanenza nell'Ue possa dare al Regno Unito più "influenza" sulla questione. Il problema, a suo dire, è a Convenzione europea dei diritti umani. La presa di posizione della May è durissima, ma tutt'altro che campata per aria. Alla Convenzione il ministro dell'Interno rinfaccia, per esempio, di aver ritardato per anni l'estradizione del predicatore qaedista Abu Hamza. "Per questo - sentenzia la May - se vogliamo riformare le leggi sui diritti umani in questo Paese non è l'Ue che dobbiamo lasciare, ma la Convenzione europea e la giurisdizione della sua Corte". Dura la replica del ministro ombra laburista alla Giustizia, lord Charles Falconer, che ha definito queste intenzioni "spaventose" e ha accusato la May di essere "ignorante e illiberale".

È pronta a sacrificare, ha commentato, decenni di reputazione della Gran Bretagna in difesa dei diritti dell'uomo a "un miserabile calcolo" di politica interna e all'ambizione di succedere a Cameron come leader del Partito Conservatore.

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