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L'Ue bacchetta San Marino: "Non ha leggi contro il razzismo"

Monito del Consiglio d'Europa alla più antica repubblica del mondo: deve dotarsi di una legge anti-discriminazioni razziali

L'Ue bacchetta San Marino: "Non ha leggi contro il razzismo"

L'Unione Europea esprime "preoccupazione" perché a San Marino manca una legislazione penale che condanni esplicitamente le discriminazioni razziste e che allarghi i diritti civili per le persone omosessuali.

A puntare il dito contro la più antica repubblica del mondo è infatti un organo del Consiglio d'Europa, la commissione contro il razzismo e l'intolleranza (Ecri, ndr). Che nel suo rapporto sui diritti sottolinea come all'ombra del Monte Titano non esista ancora "una legislazione penale che vieti la discriminazione fondata sulla lingua o il colore della pelle, né di un organismo indipendente per la lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza a livello nazionale".

Secondo i funzionari di Bruxelles infatti il piccolo Stato stretto fra Romagna e Marche dovrebbe essere più esplicito nell'inasprimento della lotta a questo genere di discriminazioni, facendo "figurare il riferimento al colore della pelle e alla lingua tra i motivi di discriminazione vietati" e di creare istituzioni indipendenti che si occupino specificamente di questo tema.

"I cittadini stranieri residenti a San Marino non hanno il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative - si legge inoltre nel rapporto della commissione - i cittadini italiani residenti da lungo tempo a San Marino che non intendono rinunciare alla nazionalità italiana non possono acquisire la cittadinanza sammarinese e le coppie dello stesso sesso non hanno il diritto di sposarsi o di ottenere un’altra forma di riconoscimento giuridico della loro relazione di coppia”.

Rimproveri che tuttavia non nascondono la soddisfazione degli euroburocrati per l'avvio della raccolta delle segnalazioni di reati a sfondo razzista avviata dalla polizia sammarinese e l'inserimento della procedura per acquisire la cittadinanza per naturalizzazione fra le leggi ordinarie.

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