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"Madrid vende navi da guerra all'Arabia Saudita"

Interrogazione dei Verdi alla Commissione Europea: "È in regola con il diritto comunitario vendere armi a Riyad considerato che è in conflitto con lo Yemen?"

"Madrid vende navi da guerra all'Arabia Saudita"

La Spagna e le forniture militari all’Arabia Saudita finiscono (di nuovo) davanti alla Commissione Europea. Il deputato del gruppo dei verdi e di Ale, Ernest Urtasun, portavoce di Icv (Iniciativa per Catalunya Verds) ha indirizzato una nuova interrogazione in cui chiede se gli affari tra Madrid e Riyad siano davvero in linea con i principi ispiratori e con le strategie geopolitiche dell’Unione Europea.

Nel documento, pubblicato sulla piattaforma web del parlamento comunitario, si leggono le ragioni dell’iniziativa: “Il governo spagnolo sta negoziando la vendita di cinque corvette dalla compagnia spagnola Navantia". E quindi: "Considerato il coinvolgimento militare dell’Arabia Saudita nel conflitto in Yemen e considerato anche il fatto che le truppe saudite sono entrate nel territorio yemenita, la commissione ritiene che la vendita delle navi da guerra all’Arabia Saudita sia in linea con le normative comunitarie che definiscono regole comuni per il controllo dell’esportazione di forniture e tecnologie militari, in relazione e a tutela dei parametri da queste individuati e relativi alla difesa della pace, della sicurezza e della stabilità delle regioni coinvolte?”.

La polemica sulle relazioni commerciali e militari tra la Spagna (e l'Europa) con l’Arabia Saudita si trascina da più di un anno. Era stato il forte coinvolgimento di Riyad nella guerra con lo Yemen a bloccare le commesse che, adesso (complice anche il recentissimo viaggio in Medio Oriente del re Filippo VI partito da Madrid con un importante seguito di imprenditori spagnoli), potrebbero sbloccarsi.

A febbraio dello scorso anno, il Parlamento europeo si fece promotore di un'iniziativa relativa a una sorta di embargo di armi e munizioni con l'Arabia Saudita mentre nell'aprile scorso, a esplicita interrogazione analoga proposta dalla sinistra parlamentare, la Commissione dichiarò che spettava ai singoli Stati decidere sulle commesse e richiamò Riyad (e tutti gli Stati membri dell'Ue) all'obbligo a combattere il terrorismo dell'Isis applicando alla lettera le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

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