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Aborto negato a Malta, turista americana rischia la vita

Turista americana rischia la vita a Malta per un aborto spontaneo. Verrà trasferita in Spagna visto che Malta è l'unico stato membro dell'UE in cui l'aborto è vietato

Aborto negato a Malta, turista americana rischia la vita

Una turista americana di 38 anni rischia la vita per un aborto spontaneo. La donna si trova a Malta, l’unico Paese dell’Unione europea in cui è vietato l’aborto in ogni caso, anche se è in pericolo la madre. Andrea Prudente, questo il nome della cittadina americana che si trova adesso ricoverata in una struttura ospedaliera, verrà quindi trasferita in Spagna, dopo che le autorità sanitarie di Malta le hanno negato l’interruzione di gravidanza nonostante, alla sedicesima settimana di gestazione, si sia verificato il distaccamento della placenta e il feto sia ormai condannato.

Secondo le normative vigenti nel Paese straniero però, fino al momento in cui c’è battito cardiaco nel feto, ai medici maltesi la legge vieta di intervenire, salvo in caso di pericolo imminente di vita della madre. Per questo motivo il personale sanitario sta monitorando da giorni la situazione che sta portando la 38enne a un rischio elevato di contrarre gravi infezioni.

Era una gravidanza voluta

Come riportato dal Times of Malta, l’assicurazione della coppia americana, che ha definito la circostanza un ‘pericolo di vita’, ha quindi accettato di coprire una parte dei costi per il trasferimento in un ospedale in Spagna, dove potrà essere interrotta la gravidanza. Il marito della donna, Jay Weeldreyer, intervistato dalla Bbc poco prima che si sbloccasse il trasferimento in Spagna, aveva spiegato: “Siamo qui con l'idea che se arrivano le doglie, i medici si metteranno in moto, se il battito si ferma, aiuteranno, altrimenti non faranno nulla". Aveva poi aggiunto che il bambino "non può sopravvivere. Noi lo volevamo, l'amavamo, vorremmo che sopravviva ma non può. E questo ospedale sta prolungando i rischi per Andrea".

Cosa è successo alla 16esima settimana

La 38enne, alla 16esima settimana di gravidanza, si trovava in vacanza a Malta con il suo compagno per la loro ‘baby moon’, l’ultima vacanza prima dell’arrivo del bambino, quando improvvisamente ha accusato dei dolori ed è stata portata al pronto soccorso di Gozo. Dopo averla visitata, i medici hanno deciso di ricoverare la turista all’ospedale Mater Dei di Malta, per quello che sembrava essere un aborto spontaneo, correlato a forti emorragie. La paziente era quindi stata sottoposta a una ecografia che aveva confermato la rottura delle acque e il distacco della placenta. Il cuoricino del feto però batteva ancora, nonostante l'esaurimento del liquido amniotico.

Secondo le linee guida internazionali, nel caso in cui il feto non risulti più vitale o abbia subito gravi danni prima della 24 settimane di gestazione, dovrebbe essere data l’opportunità alla madre di poter interrompere la gravidanza, così da evitare il rischio di infezione grave alla stessa e il rischio che muoia. A Malta però le regole sono diverse. Come abbiamo spiegato prima, si tratta dell’unico Paese europeo in cui è vietato praticare l’aborto se il cuore del feto batte ancora. A meno che non vi sia la prova certa che la morte della madre sia imminente.

L’avvocato Dimitrijevic ha tenuto a sottolineare: “Non dimentichiamo che stiamo parlando di una gravidanza che era fortemente voluta. Per Andrea tutto questo è psicologicamente molto difficile. I medici a Malta hanno però le mani legate perché rischiano di commettere il reato di conclusione di gravidanza, che prevede, tra le altre cose, una pena di quattro anni di reclusione. Questo caso punta i riflettori sulla necessità di depenalizzare l'aborto".

Questa non è la prima volta che una turista deve essere evacuata da Malta per poter avere un aborto: nel 2017 una donna fu trasferita in Francia.

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