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"Rifiutavano la mascherina". E la madre tenta di strangolare i figli positivi al Covid

La mamma che ha provato a strangolare i figli recalcitranti alla mascherina è la 32enne Sarah Michelle Boone, residente a Phoenix e incline all'alcolismo

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Una mamma 32enne americana è stata incriminata giovedì con l’accusa di avere malmenato, con calci e pugni, e provato a strangolare i propri tre figli poiché questi, positivi al Covid, non volevano indossare la mascherina. L’episodio di cronaca si è verificato a Phoenix, in Arizona, e la protagonista negativa della vicenda si chiama Sarah Michelle Boone, incline all’alcolismo. La donna, in passato, aveva subito ben tre arresti per violenza domestica, ma, a quanto pare, le sue vicissitudini giudiziarie non sarebbero affatto servite a farle cambiare condotta.

L’ultima follia della Boone ha stavolta coinvolto i suoi tre figli malati di Covid. La furia della 32enne si sarebbe appunto abbattuta il sabato sera di due settimane fa su tali minori poiché questi si sarebbero mostrati recalcitranti a indossare la mascherina. L’età precisa e i nominativi dei malcapitati non sono stati ancora divulgati dagli inquirenti alla stampa locale, ma diversi dettagli forniti da alcuni poliziotti lasciano intuire che le vittime dell'aggressione avrebbero dai 5 ai 14 anni di età. Ulteriori fonti avanzano inoltre la versione per cui, tra i malcapitati, vi sarebbe anche un figliastro della 32enne.

In preda alla rabbia e presumibilmente ubriaca, avrebbe quindi preso, all’interno della sua abitazione, a calci uno dei figli, ne avrebbe schiaffeggiato un altro e avrebbe infine tentato di soffocare il terzo, stringendogli le mani al collo. Presso la casa-teatro dell’aggressione è di conseguenza intervenuta la polizia di Phoenix, con la donna che veniva trovata in strada dalla pattuglia lì intervenuta.

Interrogata dagli agenti sull’accaduto, la Boone non si è mostrata allora affatto collaborativa, rifiutandosi di rispondere alle domande degli agenti. Gli screzi tra l’indagata e i poliziotti sono alla fine sfociati in una vera e propria colluttazione, con lei che ha preso a malmenare gli uomini delle forze dell’ordine.

Questi si sono visti dunque costretti a immobilizzare la 32enne colpendola con una pistola stordente. Dopo il fermo, l’indagata è stata reclusa nel carcere della contea di Maricopa e poi formalmente incriminata dalle autorità giudiziarie per tre capi di imputazione: abusi e aggressioni su minori, comportamento disordinato e resistenza all'arresto.

Tuttavia, la Boone ha trascorso poco tempo in prigione, venendo liberata il martedì della scorsa settimana, dopo che le è stata pagata la cauzione, fissata in precedenza dallo sceriffo locale a 5mila dollari, pari a circa 4mila euro.

L’indagata dovrà adesso comparire davanti al giudice, nella prima udienza ufficiale del processo a suo carico per l'aggressione contro i figli recalcitranti alla mascherina, il 6 gennaio.

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