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Medvedev: "Siamo di nuovo in Guerra fredda"

Il premier russo: "Le sfide del terrorismo sono rese più difficili da un evidente deterioramento dei rapporti fra la Russia e l'Occidente"

Medvedev: "Siamo di nuovo in Guerra fredda"

Le sfide del terrorismo sono rese più difficili da un evidente deterioramento dei rapporti fra la Russia e l'Occidente: lo ha dichiarato il primo ministro russo Dmitrij Medvedev intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza in corso a Monaco di Baviera. "Rispetto al 2007 gli sviluppi sono negativi: non c'è un'Europa più grande e forte, le nostre economie stagnano, l'Africa sta male, in Ucraina c'è la guerra civile", ha sottolineato il premier russo. "Abbiamo perso - ha aggiunto - anche la cultura del controllo congiunto degli armamenti".

Medvedev ha rivelato di aver esposto queste tematiche al cancelliere tedesco Angela Merkel e ha fatto notare che "il clima da nuova guerra fredda" è stato confermato anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. "Allora io mi chiedo siamo nel 2016 o nel 1962? Anni fa era vi era un confronto diretto fra due parti d'Europa. Oggi i Balcani sono inquieti, la Moldavia è in crisi e a questo si aggiungono le minacce del terrorismo, delle esplosioni nei treni e nei locali cose che prima si vedevano solo nel Medio Oriente", ha sottolineato il premier russo.

"Sulla Siria il gruppo di contatto ha promosso aiuti umanitari che devono essere organizzati insieme da Russia e Stati Uniti e le gerarchie militari dei nostri due Paesi dovrebbero parlarsi ogni giorno, senza precondizioni", ha aggiunto Medvedev, secondo cui se non si normalizza la crisi in Siria il terrorismo esploderà in un nuovo tipo di guerra: "Il terrore non colpisce un solo paese e sono 20 anni che lo diciamo. Daesh (acronimo in arabo per Stato islamico in Iraq e in Siria) non combatte per l'Islam ma per ascoltare un istinto animalesco di distruzione. Lo vediamo dall'abbattimento dell'areo russo nel Sinai, dagli attentati in Francia, in Israele, in Mali: il terrore non conosce frontiere". Il premier russo ha inoltre precisato come "terrorismo, conflitti regionali e migrazioni sono intrinsecamente legati" e "allo stesso tempo in Europa crescono intolleranza e xenofobia". - "La maggior parte di questi conflitti, siamo onesti, non li ha inventati la Russia e non hanno origine in Russia", ha notato Medvedev. "Esiste la possibilità di riunirsi per combattere contro queste minacce? Io credo di sì. Anche a Cuba il papa e il patriarca si sono incontrati", ha aggiunto il premier russo, sottolineando che le divergenze non sono più grandi di quanto erano 40 anni fa a Helsinki quando pure vi era un muro che divideva l'Europa in due". Il primo ministro ha ricordato come in quella situazione le potenze erano riuscite anche ridurre gli armamenti.

"Sulle rovine della guerra mondiale - ha dichiarato - abbiamo costruito l'Europa perchè i principi erano chiari: abbiamo bisogno di una terza guerra mondiale per capirlo di nuovo? Lo ha detto anche Kennedy: 'La politica interna sbagliata ti fa perdere le elezioni, quella estera sbagliata può portare alla catastrofe".

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