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Migranti, Frontex contro le Ong: "Sono colluse con gli scafisti"

L'agenzia europea per le frontiere punta il dito contro chi salva le vite in mare: "Non contrastate il traffico clandestino di uomini." Gli accusati smentiscono tutto

Migranti, Frontex contro le Ong: "Sono colluse con gli scafisti"

L'Agenzia Frontex per le guardie di frontiera accusa le Ong impegnate nel soccorso in mare ai migranti di collusione con gli scafisti. Un'affondo pesante, che finalmente getta un po' di luce sulle attività in mare delle Organizzazioni non governative.

La rivelazione è contenuta in alcuni documenti interni dell'Agenzia a cui ha avuto accesso il quotidiano britannico Financial Times. Uno scoop che rischia di incrinare le relazioni fra la polizia di frontiera dell'Ue e la pletora di associazioni umanitarie che da mesi lavorano al largo delle coste libiche. O meglio, che stazionano a poche miglia dalle acque internazionali di Tripoli per meglio avvistare i barconi carichi di immigrati, avvicinarli, trarre in salvo le persone e scaricarle in un porto italiano. Al sicuro.

Cinque, principalmente, le accuse rivolte alle organizzazioni: la collusione con i trafficanti di uomini, che prima di mettere in mare le imbarcazioni fornirebbero ai migranti l'esatta posizione delle navi delle Ong; le istruzioni, impartite ai disperati ripescati dal mare, di non collaborare con le autorità di polizia; l'estensione del raggio delle operazioni fin sotto le coste libiche; il rifiuto di raccogliere prove necessarie per istruire azioni giudiziarie contro gli scafisti. Infine in almeno un caso una associazione non meglio specificata è stata accusata di aver preso a bordo alcuni migranti direttamente da un gommone di trafficanti.

Peraltro nei giorni scorsi un think tank ha monitorato per giorni le posizioni in mare delle navi umanitarie, scoprendo come di fatto pattuglino le coste della Libia. Dalle immagini prodotte con il sistema Marine Traffic si vedono chiaramente le imbarcazioni delle varie Moas, Jugend Rettet e Save the Children raccogliere migrati a due passi dalle acque libiche e poi traghettarli in Italia.

Piccata la reazione delle ong chiamate in causa, che smentiscono con forza le accuse che le hanno raggiunte. Sebbene molti ammettano che gli scafisti contano sull'intervento delle barche "delle missioni" per caricare i barconi con più passeggeri, da Medici Senza Frontiere a Save the Children, tutti rivendicano il proprio impegno umanitario. E ci mancherebbe.

Peccato che le ombre siano tante: ora se n'è accorta pure l'Europa.

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