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Migranti, Juncker predica l'accoglienza "La Ue ha bisogno di nuovi talenti"

Il presidente della Commissione Ue: "I migranti sono solo lo 0,11% della popolazione europea". Poi annuncia nuove misure: "L'immigrazione va legalizzata"

Migranti, Juncker predica l'accoglienza "La Ue ha bisogno di nuovi talenti"

"Manca l’Europa e manca l’unione in questa Unione Europea". Nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione, dinanzi al Parlamento di Strasburgo, il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker mette in cima alle priorità dell'Unione europea l'emergenza immigrazione invitando ciascuno Stato membro a fare la propria parte accogliendo gli immigrati. "I numeri che riguardano la crisi dei migranti sono spaventosi, ma questo non è il momento di avere paura, è il momento di un’azione concertata e della solidarietà - avverte - è il momento in cui deve prevalere la dignità umana. Tutti noi dobbiamo ricordare che l’Europa è un continente in cui siamo stati tutti, in un qualche momento della storia, dei rifugiati".

Accoglienza è al tempo stesso la parola chiave e la parola d'ordine del discorso di Juncker per cui è vero che il numero degli immigrati che stanno arrivando in Europa è "senza precedenti", ma si tratta pur sempre "dello 0,11% della popolazione dell’Unione europea". "In Libano - ricorda - rappresentano il 25% della popolazione, un Paese che ha un quinto del nostro livello di benessere". Forte del fatto che è il primo presidente della Commissione Ue eletto dal popolo, Juncker vuole portare avanti a tutti i costi il piano che ha elaborato per sistemare le centinaia di migliaia di extracomunitari che stanno varcando i confini del Vecchio Continente, sia attraverso il Mar Mediterraneo si attraverso la rotta balcanica. "Abbiamo i mezzi e gli strumenti per aiutare chi fugge da guerra e oppressione - assicura - l'Europa nonostante le divergenze interne tra gli Stati è il continente più stabile e ricco di tutto il mondo. Tutti devono ammettere che questo è un luogo di pace e stabilità e ne dobbiamo essere orgogliosi". E rilancia, chiamando direttamente in causa i parlamentari e cercando di farli calare nelle vesti dei singoli profughi: "Non ci sarebbe prezzo che non paghereste per fuggire, non c’è mare che non cerchereste di attraversare, non c’è confine che non cerchereste di varcare se alle vostre spalle c’è l’Isis".

Dopo la paternale, il presidente della Commissione europea chiede il conto agli Stati membri annunciando il piano di accoglienza per altri 120mia rifugiati in Europa, oltre ai 40mila già previsti, da ripartirsi in quote obbligatorie tra gli Stati. "Gli europei devono prendersi carico di queste persone, abbracciali e accoglierli", dice augurandosi che "tutti siano coinvolti", che "non ci sia retorica e solo parole, ma che ci sia azioni". Lunedì prossimo i ministri degli Interni dei Paesi Ue dovranno, infatti, decidere sulla ripartizione dei 160mila immigrati. E Juncker chiama ognuno a fare la propria parte: "Non parliamo di numeri, ma di esseri umani che vengono da Siria e Libia e quello che stanno passando potrebbe accadere a chi oggi vive in Ucraina: non si può fare distinzione di credo, etnia o di altro tipo". Secondo il numero uno della Commissione Ue, "l'Europa sta invecchiando" e "ha bisogno di nuovi talenti, che arrivino da ogni parte del mondo". "I migranti possono essere una risorsa, se ben gestita", conclude preannunciando un pacchetto di nuove misure in materia per l’inizio del 2016. "L’immigrazione deve esere legalizzata -dice - non è sufficiente protestare, dobbiamo organizzare una migrazione legale in Europa".

L'Ue sta infatti pensando di modificare le normative in materia di lavoro per poter facilitare l’assunzione degli immigrati.

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