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Migranti, le Ong contro l'Italia: "Non firmiamo il codice di condotta"

Governo al lavoro per limitare gli sbarchi. Le Ong si oppongono e fanno pressioni sulla Ue per accogliere più immigrati: "Il codice di condotta porterà più morti"

Migranti, le Ong contro l'Italia: "Non firmiamo il codice di condotta"

La levata di scudi era già stata accennata nelle scorse settimane. E ora le Ong, che quodianamente riversano migliaia di immigrati clandestini sulle nostre coste, stanno mettendo nero su bianco una sfida che tutta al governo italiano che da giorni chiede a Bruxelles di chiudere i porti alle navi che battono bandiere straniere. "Decine di migliaia di rifugiati e migranti rischieranno di morire in mare", lamentano Amnesty International e Human Rights Watch. Un attacco ideologico per bocciare la bozza del codice di condotta per le ong che operano nel Mediterraneo centrale proposta dal governo italiano.

I numeri dicono che il buonismo delle Ong non paga. Anzi incita gli immigrati di tutto il Nord Africa, accalcati nei porti lungo la costa libica, a partire alla volta dell'Italia. Dall'inizio dell'anno a oggi, secondo gli ultimi dati del Viminale, sarebbero già sbarcati nel Belpaese oltre 85mila immigrati clandestini. E, se aumenta il numero delle partenze, cresce esponenzialmente il numero delle tragedie e, quindi, dei disperati che nel Mar Mediterraneo perdono la vita. Eppure le Ong vogliono continuare ad avere campo libero per andare a prelevare le persone che partono sino a poche miglia dalla Libia e poi portarle nei porti italiani. Al ministro dell'Interno Marco Minniti che ha preteso regole certe per loro, le organizzazioni non governative rispondono niet. "In modo perverso, il codice di condotta proposto per le ong che salvano vite nel Mediterraneo potrebbe mettere a rischio vite umane", ha detto il rappresentante di Amnesty International presso le istituzioni Ue, Iverna McGowan, secondo cui il codice di condotta "limiterebbe il lavoro condotto dalle Ong nelle operazioni di ricerca e soccorso" ritardando, tra le altre cose, le operazioni di sbarco in violazione degli obblighi internazionali.

La bozza del governo, filtrata nelle ultime ore da alcuni organi di stampa, impedirebbe alle organizzazioni umanitarie di entrare nelle acque territoriali libiche per effettuare i salvataggi e proibirebbe di utilizzare le luci per segnalare la propria posizione ai barconi che rischiano di affondare. Non solo. Le ong sarebbero giustamente obbligate a tornare nei porti di partenza per far sbarcare rifugiati e migranti, invece di permettere di trasferire le persone salvate ad altre navi qualora si renda necessaria l'operazione. Organizzazioni che garantirebbero maggiore sicurezza all'Italia e allevierebbe il continuo arrivo di barconi stracariche di immigrati. "Questa richiesta obbligherà le nostre squadre di soccorso - lamentano le Ong - ad allontanarsi per lunghi periodi dalle aeree in cui c'è bisogno di loro e lascerà più gente che rischia di affogare nel Mediterraneo centrale".

La bozza includerebbe, poi, il divieto di sbarcare in Italia per quelle imbarcazioni che decidono di non firmare il codice di condotta o che non rispettano alcune delle sue previsioni. "Qualunque codice di condotta, se è necessario - segnalano Human Rights Watch e Amnesty International - dovrebbe avere l'obiettivo di rendere più efficaci le operazioni di salvataggio in mare nel momento di salvare le vite". Secondo Judith Sunderland di Human Rights Watch, "date le dimensioni delle tragedie in mare e gli orribili abusi che i migranti e i richiedenti asilo fronteggiano in Libia, l'Ue dovrebbe lavorare con l'Italia per rafforzare le operazioni di ricerca e soccorso al largo della Libia, non per limitarle".

Le Ong continuano quindi il loro braccio di ferro con il governo, che però non ha ancora delineato una politica convincente per fermare l'emergenza immigrazione.

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