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Mille soldati e armi per 2,5 milioni di dollari: la guerra italiana in Iraq

Il contingente italiano è il quarto per numero dopo Stati Uniti, Francia ed Australia. Gli Usa aumentano le truppe e schierano gli Apache

Mille soldati e armi per 2,5 milioni di dollari: la guerra italiana in Iraq

A marzo 2016 il contributo italiano alla Coalizione a guida Usa contro lo Stato islamico in Iraq si attesta sulle 300 unità operative (90 carabinieri) schierate tra Erbil e Baghdad (due i campi di addestramento). Tale dispiegamento rientra sotto la voce "Training and Advising Mission Contributions". E’ il quarto contingente per numero dopo gli Stati Uniti, Francia ed Australia.

E’ quanto emerge dai dati ufficiali diramati dal Congressional Research Service, think tank del ramo legislativo che lavora principalmente e direttamente per il Congresso statunitense. Il report è stato realizzato per i componenti dell’organo legislativo e per le sue commissioni.

Alle 300 unità italiane bisogna aggiungere, sotto la voce “other contributions”, 260 militari addetti alle operazioni di volo. Il Congressional Research Service precisa che l’Italia ha schierato al servizio della Coalizione quattro Panavia Tornado IDS, un Boeing KC-767A e dueUAV MQ-1 Predator . Al dato finale bisogna sommare altri 450 militari come forza di protezioni per i lavori sulla diga di Mosul. Sommando le due voci, si può dedurre che complessivamente il personale italiano ammonta a 1010 unità (parliamo di missioni ufficiali e non classificate) in Iraq.

Il Congressional Research Service sottolinea che “ogni paese sta contribuendo alla Coalizione in maniera commisurata agli interessi nazionali. I contributi sono sia di natura militare che assistenziale. La Svizzera, ad esempio, ha donato aiuti per un valore di 9 milioni di dollari. L’Italia ha donato all’Iraq armi per un valore di 2,5 milioni di dollari, tra cui mitragliatrici, lanciarazzi ed 1 milione di munizioni”.

Gli Stati Uniti, intanto, invieranno in Iraq altri 200 soldati, in prevalenza reparti speciali ed elicotteri Apache. Il presidente Obama ha dato il via libera al nuovo dispiegamento che porterà il numero degli americani presenti in Iraq da 3870 a 4087. Le truppe supplementari forniranno assistenza ai battaglioni iracheni sul campo. Fino ad oggi, i consulenti statunitensi hanno lavorato con gli iracheni a livello di sede centrale, distanti dalla prima linea. Gli elicotteri Apache, invece, parteciperanno all’offensiva per riprendere Mosul, seconda città dell'Iraq. Il Pentagono non ha comunicato il numero di Apache che giungeranno in Iraq, ma per la sua capacità di attaccare obiettivi terrestri è considerato un game changer.

Il Pentagono ha anche aggiunto che fornirà sostegno economico pari a 415 milioni di dollari ai Peshmerga, cui spetterà la prima linea nell’offensiva su Mosul. Il denaro – secondo le indicazioni del Pentagono – sarà versato mensilmente tramite il governo centrale iracheno.

La Casa Bianca aveva proposta la medesima assistenza, lo scorso dicembre, in vista della battaglia per riprendere Ramadi, ad ovest di Baghdad, ma in quel frangente il governo iracheno declinò l’offerta. Nonostante siano in corso le operazioni preliminari in vista dell’offensiva di Mosul, il vero e proprio assalto avverrà tra mesi.

Mosul conta un milione di abitanti ed è difesa da migliaia di guerriglieri e centinaia di ordigni esplosivi improvvisati.

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