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Mistero sulle forze speciali russe arrivate al confine con la Libia per aiutare Haftar

Secondo alcuni funzionari statunitensi ed egiziani, nelle basi di Sidi Barrani e Marsa Matrouh, in Egitto, sarebbero sbarcati uomini delle forze speciali russe, pronti ad intervenire in Libia a sostegno di Haftar. Ma Mosca e Il Cairo smentiscono

Mistero sulle forze speciali russe arrivate al confine con la Libia per aiutare Haftar

È mistero sul contingente di forze speciali russe che, secondo fonti diplomatiche e di intelligence americane ed egiziane, sarebbe sbarcato nella ex base aerea sovietica di Sidi Barrani, in Egitto, ad un centinaio di chilometri dal confine con la Libia, per fornire supporto al generale Khalifa Haftar. Una notizia smentita da Mosca e dal Cairo, e diffusa dagli Stati Uniti, che temono un coinvolgimento sempre maggiore della Russia nella crisi libica.

Alcuni funzionari statunitensi hanno rivelato, infatti, in esclusiva all’agenzia Reuters che gli Stati Uniti hanno osservato nelle ultime settimane un dispiegamento di “uomini delle forze speciali russe e droni” nella base aerea egiziana di Sidi Barrani. La base aerea vicina al confine con la Libia ospiterebbe circa 22 membri delle forze speciali russe, mentre “un velivolo militare russo” avrebbe trasportato “sei unità militari” nella base di Marsa Matrouh, nel Sinai, all’inizio di febbraio, prima di continuare il suo viaggio verso la Libia, secondo quanto hanno rivelato alla stessa agenzia fonti delle forze di sicurezza egiziane. Secondo i funzionari statunitensi l’obiettivo delle forze speciali russe sarebbe quello di offrire supporto al generale Khalifa Haftar, che sta perdendo terreno nella cosiddetta “mezzaluna petrolifera” libica. All’inizio di marzo, infatti, le Brigate di difesa di Bengasi, un gruppo formato da miliziani islamisti ed ex ribelli anti-Gheddafi, hanno lanciato un'offensiva sulla “mezzaluna petrolifera”, strappando al controllo di Haftar e dell’Esercito Nazionale Libico (Lna), i porti di Sidra e Ras Lanuf, tra i più importanti terminal di petrolio dell’area.

Le indiscrezioni pubblicate da Reuters sono state però smentite dal Cairo e dal ministero della Difesa russo. “Non c’è nessun militare di alcun Paese straniero sul territorio egiziano, è una questione di sovranità”, ha detto il colonnello Tamer al Rifai, portavoce delle forze armate egiziane. "Non ci sono militari delle forze speciali russe nella base egiziana di Sidi Barrani", ha smentito categoricamente anche il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, generale Igor Konashenkov. Il vicepresidente della commissione Difesa della Duma di Stato russa, Andrei Krasov, ha dichiarato a Sputnik che la notizia sarebbe stata diffusa "per far degenerare la situazione”. ”Noi siamo coerenti nella nostra azione e non nascondiamo niente a nessuno", ha detto Krasov. Anche Mohamed Manfour, comandante della base aerea di Benina, nei pressi di Bengasi, ha smentito che l’esercito di Haftar abbia ricevuto supporto militare da forze speciali o contractor russi, negando la presenza di forze speciali russe in Cirenaica.

Secondo gli americani però, Mosca avrebbe tutto l’interesse ad appoggiare Haftar nella difesa dei terminal di greggio della mezzaluna, le cui riserve petrolifere sono oggetto, tra l’altro, di un recente accordo concluso tra Rosneft e la compagnia petrolifera libica, National Oil Corporation. Ma tra gli interessi russi in Libia, non c’è solo il petrolio. Come riporta la Reuters, infatti, è stato lo stesso generale dei Marine, Thomas Waldhauser, comandante di AFRICOM, ad affermare davanti al Senato degli Stati Uniti che la Russia “sta cercando di essere influente in Libia per rafforzare il suo ascendente su chi alla fine conquisterà il potere”.

Ovviamente, ha detto Waldhauser, gli Stati Uniti non hanno interesse che questo avvenga.

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