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Morto Maseko, il primo Afronauta che arrivò a un passo dallo spazio

Era stato il primo astronauta africano ad essere scelto per una missione spaziale, che però venne rimandata

Morto Maseko, il primo Afronauta che arrivò a un passo dallo spazio

Sarebbe dovuto essere il primo astronauta africano. Ma Mandla Maseko è morto prima di poterlo diventare, in un incidente in moto, lo scorso sabato sera.

Nel 2013 aveva partecipato e vinto la selezione finale al Kennedy Space Centre in Florida ed era diventato uno dei 23 fortunati che sarebbero volati oltre l'atmosfera. In patria, nella città ai margini di Pretoria nella quale viveva, era stato subito ribattezzato Spaceboy, ragazzo dello spazio, scelto tra un milione di concorrenti, compresi due connazionali all'apparenza con più probablità di farcela. Era finito al Kennedy Space Centre quasi per sbaglio: come ricorda il Corriere della Sera, Mandla un giorno aveva sentito un annuncio alla radio. Cercavano qualcuno che volesse volare nello spazio e, per una preselezione, era necessario spedire una fotografia di se stessi in volo: "Mi feci fare una foto mentre saltavo da un muretto alto due metri". E quel salto lo portò a un passo dallo spazio.

Per essere scelto dall'agenzia spaziale, si era buttato con il paracadute, aveva sopportato i vuoti creati per testare la resistenza dei candidati durante la fare di lancio e i voli a gravità zero. E alla fine ce l'aveva fatta, era stato scelto lui per la missione. Alla Bbc aveva detto: "Voglio che i bambini lo sappiano: se ce l’ho fatta io, tutto è possibile".

La missione per la quale l'Afronauta fu selezionato, però, non andò mai in porto, dato che il lancio era previsto per il 2015. Poi, però, fu rimandato, senza indicare una data precisa, a causa di problemi tecnici ed economici. Poi nel 2017, l'azienda fallì e la navicella su cui avrebbe dovuto volare Mandla venn e"rottamata". Ma lo Spaceboy aveva continuato ad aspirare al cielo ed era entrato nell'esercito, come pilota.

E ora, nonostante la sua morte, resta la storia del primo Afronauta, che è una speranza per tanti.

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