addio alla Regina

"Aboliamo la monarchia". I repubblicani ripartono all’attacco dopo la morte della regina

Da tempo, gli antimonarchici ritengono che l’apparato reale abbia costi elevati difficilmente sostenibili, circa 350 milioni di sterline all’anno

"Aboliamo la monarchia". I repubblicani ripartono all’attacco dopo la morte della regina

La morte della regina del Regno Unito Elisabetta II, il cui trono è durato 70 anni, potrebbe dare ossigeno ai sostenitori della Repubblica. La forte personalità della sovrana appena scomparsa aveva quasi messo all’angolo le mira degli antimonarchici, ma adesso le cose potrebbero cambiare e i primi segnali già si avvertono sui social media dove cominciano a essere postati alcuni messaggi emblematici che criticano la monarchia e ne chiedono l’abolizione. L’avvento al trono di re Carlo III, considerato da molti meno persuasivo e ingombrante della madre, potrebbe far perdere appeal alla famiglia reale. Come riporta l’agenzia di stampa Reuters, Graham Smith, amministratore delegato del gruppo elettorale Republic, ha più volte detto: “La regina è la monarchia per la maggior parte delle persone. Dopo la sua morte, il futuro dell'istituzione è in serio pericolo”.

Carlo III sicuramente ha ereditato il trono di Elisabetta II ma in molti nutrono dubbi sul fatto che possa conquistare il rispetto e la credibilità che aveva la regina. Da tempo, gli antimonarchici ritengono che l’apparato reale abbia costi elevati difficilmente sostenibili, circa 350 milioni di sterline all’anno. Questo appunto, comunque, con Elisabetta II in vita non ha avuto molto seguito e i repubblicani si erano messi l’anima in pace: non era possibile sovvertire il sistema mentre la regina era ancora in carica. Ora, però, sono pronti a ripartire alla carica. Due sono gli elementi che fanno sperare gli antimonarchici: la minore popolarità di re Carlo III e l’orientamento delle giovani generazioni, sempre meno legate alla famiglia reale.

La stessa Camilla, seconda moglie del nuovo re, non è molto apprezzata nel Regno Unito; la sua figura non unisce, ma divide i sudditi e questa è un’altra arma nelle mani di chi vuole superare la monarchia. Il futuro sovrano William e sua moglie Kate godono di maggiore popolarità, ma non sono mancate critiche anche nei loro riguardi, come è capitato in occasione del loro tour ai Caraibi oscurato dalle proteste per il passato imperiale della Gran Bretagna. Insomma, i tempi stanno cambiando e Smith, con il sostegno degli altri repubblicani, è convinto che il sostegno alla monarchia è destinato a diminuire drasticamente. Ma per sovvertire il sistema ciò non basta, solo se i sudditi si dovessero rivoltare in maniera massiccia contro la famiglia reale qualcosa potrebbe cambiare.

Si tratta, per il momento, di un’ipotesi remota che trova poco giovamento anche dalle polemiche esplose in alcune delle altre nazioni legate alla monarchia britannica, tra cui ricordiamo il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia. Sempre la Reuters evidenzia come la decisione delle Barbados di abbandonare la regina dalla carica di capo di stato nel novembre 2021 è stata vista come una spinta per la causa repubblicana.

Altri regni come Giamaica e Belize hanno indicato di volerne seguire l'esempio.

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