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"Il Natale minaccia l'islam". E i paesi musulmani lo vietano

Dal Brunei al Tagikistan, i governanti musulmani mettono al bando i festeggiamenti natalizi: "Non hanno nulla a che fare con l'islam"

"Il Natale minaccia l'islam". E i paesi musulmani lo vietano

Festeggiare il Santo Natale non è un diritto scontato. Specie nei Paesi di fede islamica. Dopo il Brunei, anche la Somalia e la Tagikistan hanno vietato ai cristiani di celebrare la nascita di Gesù Cristo. Tanto che sono stati banditi i Babbi Natale, i cappelli rossi, le candele, gli auguri, le canzoni natalizie e persino le luminarie. Temendo la contaminazione con le tradizioni della cultura cristiana, i governanti musulmani vietano ogni forma di celebrazione credendo così di preservare i precetti dell'islam.

Il primo Paese a vietare il Natale è stato, nei giorni scorso, il Brunei. Per i musulmani che lo festeggiano, sono previste pene che prevedono fino ai cinque anni di carcere. I "non musulmani", invece, possono celebrarlo ma in maniera "intima" e dopo formale richiesta. Nelle ultime ore anche la Somalia ha varato un provvedimento restrittivo contro il Natale. "Queste feste - ha intimato il ministro agli affari religiosi della Somalia, lo sceicco Mohamed Kheyrow - non hanno nulla a che fare con l'islam". Anche in Tagikistan sono stati vietati gli alberi e la consuetudine di scambiarsi i regali nelle scuole. Non solo.

Sono assolutamente vietati i fuochi artificiali, i pasti festivi, le collette per le celebrazioni del Nuovo Anno e "l'installazione dell'albero di Natale, anche di alberi artificiali", in scuole e università.

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