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Nel Corano "l'intifada dei coltelli" I mandanti? Cercateli in moschea

Imam di Gaza ripreso mentre brandisce un pugnale durante il sermone: "Imitate le gesta di Maometto"

Nel Corano "l'intifada dei coltelli" I mandanti? Cercateli in moschea

Venerdì scorso in una moschea a Rafah, nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, l'imam ha impugnato il coltello nel corso del sermone ordinando ai fedeli di uccidere gli ebrei nel nome di Allah ed emulando le gesta di Maometto.

Il ricorso al coltello, l'arma simbolo di quella che viene indicata come la «Terza Intifada», la nuova rivolta palestinese caratterizzata da un'ondata di accoltellamenti di ebrei, trova riscontro nei versetti coranici: «Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi». (8, 12-17) «Quando (in combattimento) incontrate i miscredenti, colpiteli al collo finché non li abbiate soggiogati». (47, 4) Così come è illuminante l'esempio di Maometto che nel 627, alle porte di Medina, partecipò di persona allo sgozzamento e alla decapitazione di circa 800 ebrei della tribù dei Banu Qurayza.

Nel dicembre 1987 esplose la Prima Intifada, ribattezzata «delle pietre», l'arma con cui gli shabab, i giovani, palestinesi colpivano coloni e soldati israeliani. Il 28 settembre 2000, quando l'allora leader dell'opposizione Ariel Sharon fece una passeggiata sulla Spianata delle Moschee (per i musulmani) o Monte del Tempio (per gli ebrei), è considerato come la data d'inizio della Seconda Intifada, connotata dall'uso del kalashnikov in azioni armate contro militari e civili israeliani. C'era stata, ancor prima, una sanguinosissima ondata di attentati terroristici suicidi, firmati da Hamas, Jihad Islamica e Al Fatah, dopo la storica stretta di mano tra Rabin e Arafat il 13 settembre 1993, per far fallire il neonato processo di pace israelo-palestinese. Il Corano è un testo profondamente anti-ebraico, al punto da far impallidire il Mein Kampf di Hitler. Gli ebrei sono presentati come «i più feroci nemici di coloro che credono», «coloro che Allah ha maledetto», perché «uccidevano ingiustamente i profeti», «praticano l'usura», «con falsi pretesti divorano i beni della gente», che Allah «ha trasformato in scimmie e porci», che «somigliano a un asino». La legittimazione dell'odio, della violenza e dell'uccisione degli ebrei e dei cristiani è sancita da Allah nel Corano: «Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i nazareni dicono: “Il Messia è figlio di Allah”.

Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Ripetono le parole di quanti già prima di loro furono miscredenti. Li annienti Allah (…)». (9, 30) La «Terza Intifada dei coltelli» è l'onda lunga delle decapitazioni dei terroristi dello «Stato islamico» dell'Isis, meno eclatante mediaticamente perché manca l'ostentazione della testa mozzata, ma più diffusa tra la popolazione e che si conclude comunque con l'uccisione dei nemici dell'islam. L'augurio è che la Sinistra non ripeta l'errore di schierarsi pregiudizialmente al fianco dei palestinesi, anche quando accoltellano a morte gli ebrei, immaginandoli come le vittime storiche ed eterne di un'ingiustizia che si sostanzia con la stessa presenza dello Stato di Israele. L'augurio è anche che la Chiesa di Papa Francesco cessi di assecondare acriticamente una politica incentrata sul buonismo, che l'ha portata a riconoscere uno Stato palestinese inesistente e che non è mai esistito nella Storia. La pace vera, stabile, sicura e duratura tra israeliani e palestinesi ci sarà solo quando sarà sconfitto il terrorismo palestinese ed islamico, che disconosce aprioristicamente, nel nome di Allah e di Maometto, il diritto di Israele ad esistere come Stato del popolo ebraico.

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