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Nel suo ultimo giorno a Cuba il Papa invita alla "rivoluzione della tenerezza"

Bergoglio a Santiago de Cuba: "Vogliamo essere una Chiesa che esca di casa per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione". Stasera il trasferimento negli Usa

Nel suo ultimo giorno a Cuba il Papa invita alla "rivoluzione della tenerezza"

Nella terra della rivoluzione castrista, viva e vegeta dopo oltre 55 anni, Papa Francesco cita la rivoluzione della tenerezza. "Generazione dopo generazione - ha detto nell’omelia della messa nel santuario della Vergine della Carità del Cobre, a Santiago di Cuba - siamo invitati a rinnovare la nostra fede, a vivere la rivoluzione della tenerezza". Bergoglio poi invita i cristiani all'azione: "La nostra fede ci porta fuori di casa per visitare il malato, il prigioniero, chi piange e chi sa anche ridere con chi ride, gioire con le gioie dei vicini. Come Maria, vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità. Come Maria, madre della Carità, vogliamo essere una Chiesa che esca di casa per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione".

Il pontefice riconosce che coltivare la fede non sempre è stato facile a Cuba. La fede dei cubani "si è mantenuta viva grazie a tante nonne che hanno continuato a render possibile, nella quotidianità domestica, la presenza viva di Dio". Una fede silenziosa, dunque, tenuta nascosta tra le mura di casa per non subire ritorsioni. Almeno così è stato nei periodi più bui del regime. "La presenza del Padre - sottolinea Bergoglio - che libera, fortifica, risana, dà coraggio ed è rifugio sicuro e segno di nuova risurrezione. Nonne, madri, e tanti altri che con tenerezza e affetto sono stati segni di visitazione, di coraggio, di fede per i loro nipoti, nelle loro famiglie. Hanno tenuto aperta una fessura, piccola come un granello di senape, attraverso la quale lo spirito santo ha continuato ad accompagnare il palpitare di questo popolo".

La Madonna del Cobre simbolo di libertà

Da sempre a Cuba la Madonna del Cobre ha simboleggiato la libertà. A scoprire la statua nella baia di Nipe furono, nel 1606, esponenti dei gruppi sociali tenuti rigorosamente ai margini della società coloniale: due indios e uno schiavo nero. I combattenti indipendentisti - i cosiddetti "mambises" - nell'Ottocento si radunavano dietro la statua. Nella stanza degli ex voto si trova il ritratto di Fidel e Raúl Castro, portato dalla madre, Lina Ruz, mentre i due combattevano sulla Sierra Maestra.

"Cobre" significa rame perché appena rinvenuta venne portata in una miniera di rame.

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