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Nelle Filippine al Qaida voleva uccidere il Papa

Il 18 gennaio scorso avrebbe dovuto esplodere una bomba al passaggio del corteo papale nel centro storico della capitale. Sostieni il reportage

Nelle Filippine al Qaida voleva uccidere il Papa

I militanti di Jemaah Islamiyah, diramazione di al Qaeda nel Sud-Est asiatico, avrebbero voluto assassinare papa Francesco. Il piano era di colpire il Santo Padre durante la recente visita pastorale nelle Filippine con la complicità del terrorista malese Marwan, nome di battaglia di Zulkifli bin Abdhir, un esperto artificere che prestava i propri servigi a numerose organizzazioni della galassia jihadista.

A svelare l'agghiacciate piano è stato Getulio Napenas, direttore della polizia filippina ed ex capo delle teste di cuoio locali, nel corso di un’audizione davanti al Senato di Manila. Come fa sapere l'Inquirer, una bomba fabbricata proprio da Marwan avrebbe dovuto esplodere al passaggio del corteo papale nel centro storico della capitale il 18 gennaio scorso, alla vigilia della partenza di Jorge Mario Bergoglio per rientare a Roma. Il punto individuato dai terroristi era via Kalaw, lungo il percorso verso il parco Rizal, dove sarebbe poi stata celebrata la Santa Messa cui presenziarono circa sette milioni di fedeli.

L'alto ufficiale non ha spiegato le ragioni per cui il complotto non sarebbe stato portato a compimento, ma ha insistito sulla veridicità delle proprie fonti. In precedenza l'informativa non era mai stata confermata, ma neppure smentita. Una settimana più tardi Marwan sarebbe infine stato eliminato nel corso di un’operazione delle forze speciali che costò la vita anche a 44 agenti. Il blitz, che fu poi oggetto di una inchiesta parlamentare, fu condotto nella giungla dell’isola di Mindanao, nel sud dell’arcipelago, dove Marwan si era nascosto fin dal 2003 sotto la protezione di jihadisti fuoriusciti dal Fronte di Liberazione Moro.

L’uccisione di Marwan è stata confermata dall’Fbi che aveva posto sulla testa dell'estremista musulmano una taglia di 5 milioni di dollari. Va tuttavia detto che in passato il terrorista malese era già stato dato per morto altre volte.

Jamah Islamiyah è considerata artefice di alcune tra le stragi più sanguinose perpetrate nella regione.

La più famigerata resta quella dell’ottobre 2002 in una discoteca a Bali, in Indonesia, costata la vita a 202 persone e il ferimento di altre 209, in massima parte turisti stranieri.

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