Barcellona sotto attacco

Non basta non avere paura

Ci siamo messi in casa con leggerezza il virus dell'islam e ora l'Europa è un corpo infetto che non avrà più pace né sicurezza

Non basta non avere paura

C'è qualcosa di nuovo e inquietante nella dinamica dell'attentato di Barcellona. Non un cane sciolto ma un gruppo consistente e organizzato di ragazzini ha colpito pensando di poterla poi fare franca (alcuni di loro sono ancora in fuga) o al massimo affrontare la sorte in un conflitto a fuoco con la polizia come rapinatori comuni. Altro che vergini da raggiungere, attraverso il martirio, nel falso e insanguinato paradiso di Maometto. Basta con pratiche suicide che facilitano il compito agli investigatori: queste bestie islamiche vogliono ora seminare morte e continuare a vivere, magari in carcere ma vivere. Dall'islam radicalizzato siamo ora all'islam occidentalizzato, cioè un modello nel quale la propria vita è cara anche per i criminali, che infatti pianificano la fuga con la stessa cura dell'attacco.

Questi ragazzotti da quattro soldi (alla guida del furgone killer c'era un diciassettenne), tutti di origine marocchina, dimostrano anche che il problema non è - come noi sosteniamo da tempo - essere o no favorevoli all'integrazione e a una società aperta e multirazziale. Sulla via principale di Barcellona sono stati uccisi due giovani italiani: Luca, che su Facebook postava messaggi pacifisti e favorevoli al dialogo e all'accoglienza e Bruno, che invece pubblicava brani di autori scettici sulla possibilità di integrazione tra islam e Occidente. Ebbene, Luca e Bruno non sono morti per ciò che pensavano e credevano, altrimenti uno dei due sarebbe vivo come accadrebbe in una guerra. No, sono morti in quanto bianchi, occidentali e quindi infedeli. Quei criminali non fanno distinzioni, piomberebbero per fare strage anche su un corteo di cittadini favorevoli all'apertura di una nuova moschea.

Ci siamo messi in casa con leggerezza il virus dell'islam e ora l'Europa è un corpo infetto che non avrà più pace né sicurezza. Solo ieri, attentati in nome di Allah hanno seminato altra morte in Finlandia e in Germania. Uno stillicidio che non promette nulla di buono perché molti dei miliziani Isis in rotta dopo la caduta del cosiddetto Stato islamico sono già in marcia, confusi nel flusso dei profughi, verso l'Europa. Cercano vendetta e rivincita, cercano noi. «No tinc por», come scandivano ieri i cittadini di Barcellona. Bello, ma non so se basterà «non avere paura» se prima non ammettiamo chi è il nemico.

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