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Nuova Zelanda taglia stipendi ai parlamentari: "Serve un messaggio forte"

La premier laburista della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha deciso di tagliare lo stipendio ai parlamentari per un anno

Nuova Zelanda taglia stipendi ai parlamentari: "Serve un messaggio forte"

I parlamentari della Nuova Zelanda subiranno un taglio agli stipendi per almeno un anno. Lo ha stabilito il primo ministro di Wellington, Jacinda Ardern. La drastica decisione della premier laburista neozelandese fa seguito all'ondata generalizzata di proteste e scioperi che hanno animato recentemente il Paese. E mentre i cittadini della Nuova Zelanda rivendicavano aumenti significativi degli stipendi e una più equa redistribuzione del reddito tra ricchi e poveri, la premier Ardern pensava a soluzioni concrete per venire incontro al suo elettorato.

Rientrata al lavoro dopo la gravidanza, la premier della Nuova Zelanda ha stabilito di congelare gli stipendi e le indennitá dei parlamentari almeno fino a luglio 2019, in attesa di trovare "una formula più giusta per gli aumenti salariali futuri". La decisione della Ardern arriva dopo che ai parlamentari neozelandesi era stato concesso un aumento di stipendio pari al 3 per cento; mentre dall'altra parte 29 mila insegnanti delle scuola primarie abbandonavano il lavoro per protesta.

"Questa manovra non risparmierà molti soldi ma servirà almeno a dare un messaggio forte su quali siano i valori del nuovo governo e sulla nostra determinazione nell'assicurare che tutti ricavino benifici dall'economia", ha dichiarato il primo ministro Jacinda Ardern.

A trainare le recenti proteste e gli sciperi che hanno coinvolto la Nuova Zelanda ci hanno pensato insegnanti, dipendenti pubblici ed infermieri. Questi ultimi il mese scorso hanno tenuto il loro primo scipero nazionale dopo 30 anni. Tra le maggiori rivendicazioni aumenti salariali ed eliminazione del divario tra ricchi e poveri. La decisione della premier neozelandese dovrà essere formalizzata in Parlamento ma il primo ministro sembra essere fiducioso e assicura di poter contare anche sul sostegno dell’opposizione.

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