Mondo

Il nuovo nemico di David Cameron. Inglese, jihadista e spudorato

Il premier sotto accusa in patria. Un nuovo video invita a colpire l'Occidente. L'autore è partito dall'Inghilterra

«Feccia» la definisce il cognato del britannico Alan Henning, l'ultima vittima. Un'organizzazione «repellente e barbarica», gli fa eco il primo ministro britannico David Cameron, ora alle prese con un secondo filmato in cui un uomo, anche lui dal marcato accento britannico, si qualifica come combattente dell'Isis e condanna i raid in Siria e Irak, ma stavolta lo fa a volto scoperto. La sfida dei terroristi dello Stato islamico si fa sempre più sfrontata dopo che Abu Saeed al-Britani, 27 anni, di High Wycombe, nord-ovest di Londra, invita i suoi concittadini a unirsi all'Isis e compiere attentati nel cuore dell'Occidente. Eppure se c'è un primo risultato «politico» che i tagliagole sono riusciti a ottenere a poche ore dalla decapitazione di Henning, il tassista di 47 anni partito per aiutare i siriani e ucciso invece con la solita bestiale modalità - la gola tagliata davanti alle telecamere - è la spaccatura tra i «nemici» britannici dei terroristi su come affrontare la barbarie e come intervenire per il salvataggio degli ostaggi.

La quinta esecuzione di un occidentale in poco più di un mese provoca la reazione stizzita nei confronti del governo di Londra da parte dei familiari di Henning e della comunità musulmana di Manchester, vicina all'«eroe locale e nazionale» partito per la Siria per portare aiuti alla popolazione. Mentre Cameron promette che «la brutalità dell'Isis non ci persuaderà a cambiare il nostro approccio», è proprio la linea dell'esecutivo inglese a venire messa sul banco degli imputati. «Il governo avrebbe potuto fare di più» per salvargli la vita, dice alla Bbc il cognato di Henning, Colin Livesey. «Lo hanno abbandonato - insiste anche Majid Freeman, che era con Henning quando fu rapito a fine 2013 - Mi riferisco agli ostaggi nel resto del mondo, quasi tutti vengono riportati a casa. A me pare invece che Alan sia stato l'unico a essere abbandonato. Non dico che avrebbero dovuto pagare un riscatto ma abbiamo visto come la Turchia sia riuscita a far rilasciare 49 rapiti senza pagare un solo centesimo». Un coro a cui si uniscono i musulmani di Manchester, che da una parte definiscono l'uccisione di Henning «l'inizio della fine» per l'Isis, «un insulto alla religione islamica», ma dall'altra sottolineano come i raid di Londra e Washington «sono stati una condanna a morte per Henning e altri ostaggi occidentali».

La decisione di associarsi ai bombardamenti americani in Irak ma non in Siria, col voto favorevole del Parlamento britannico, non è più solo additata dal tagliagole «Jihadi John», il terrorista più ricercato al mondo, che col suo accento britannico anche nell'ultima abberrante decapitazione accusa i deputati inglesi di essersi sporcati del sangue del loro concittadino. Ieri centinaia di dimostranti sono scesi in piazza a Londra e hanno concluso la loro marcia a Downing Street per protestare contro l'azione militare. «No a un Irak 3» e «stop ai bombardamenti in Irak» recitavano gli striscioni esibiti dai manifestanti, secondo i quali i raid non fanno che rafforzare i jihadisti. Eppure, almeno per ora, Cameron sembra non rischiare un'ondata popolare contraria simile a quella che ha travolto Tony Blair dopo la guerra in Irak. Un sondaggio YouGov rileva che il 57% dei cittadini britannici è favorevole a colpire l'Irak, il 20% in più rispetto al mese scorso.

Ieri anche la Santa Sede, al termine dei tre giorni di vertice voluto da Papa Francesco in Vaticano tra i nunzi apostolici del Medio oriente e diversi capi-dicastero della Curia Romana, ha additato le violenze dell'Isis ma sottolineato che «non si può affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare».

Ora il bollettino di morte potrebbe allungarsi. Ad avere le ore contate c'è già un altro ostaggio, lo statunitense Peter Kassing, ex Ranger dell'esercito americano chiamato in causa nel filmato della decapitazione di Henning. I genitori hanno implorato il suo rilascio.

Ma l'appello sembra l'ennesimo tentativo disperato dopo che, oltre ad Al Qaida, ieri anche i talebani del Pakistan si sono proclamati alleati dell'Isis e favorevoli alla creazione di un Califfato Islamico oltre i confini di Siria ed Irak.

Commenti