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Obama e gli stereotipi razziali: "Mi scambiarono per un valletto"

In un'intervista in uscita con il nuovo numero di People i problemi che accomunano i cittadini neri e quella che volta che lui e la First lady improvvisarono un party all Casa Bianca

Barack e Michelle Obama al ballo inaugurale del 2013
Barack e Michelle Obama al ballo inaugurale del 2013

Era un venerdì notte, quando uno degli uffici di Barack Obama fu trasformato dal presidente americano in una sala da ballo per sé, la moglie Michelle e una selezionata platea di pochi ospiti. Un'occasione speciale, in cui la Yellow Oval Room, nell'ala sud della Casa Bianca, perse il suo aspetto ufficiale e un po' ingessato.

A raccontarlo è la stessa coppia presidenziale, in un'intervista al magazine People di cui è stata pubblicata un'anticipazione oggi. "Qualcuno aveva voglia di ballare - racconta la first lady Michelle -. E Barack faceva da Dj". Il "dancefloor" improvvisato nella stanza che un tempo fu l'ufficio personale di Franklin Delano Roosevelt.

Se chi partecipò al piccolo party non è dato saperlo, si sa invece che cosa accompagnò le danze del presidente e della first lady: una selezione di classici della musica black, da Aretha Franklyn a Sly and the Family Stone, chiudendo con Al Green.

L'intervista integrale sarà sul numero di People in uscita venerdì. Nel frattempo, il sito del magazine ha però anticipato un'altra delle tematiche affrontate, sull'onda degli eventi americani dell'ultimo periodo, ovvero la questione razziale.

"Non c'è un uomo nero della mia età" che non sia stato scambiato per un valletto una volta nella vita, ha detto Obama, sottolineando che a tutti - lui compreso - è accaduto almeno una volta che, fuori dal ristorante, gli venissero messe in mano le chiavi di un automobile, mentre aspettava la sua vettura.

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