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Ostriche e vino in spiaggia Ecco la bella vita di Battisti

A Cananéia, cittadini di pescatori, si trova una delle residenze dell'ex Pac. Ospite di un sindacalista rosso

Ostriche e vino in spiaggia Ecco la bella vita di Battisti

«Al ristorante Amadeus, nel quartiere di Jardim America, a San Paolo, le ostriche di Cananéia non mancano mai. Sono le migliori e i ricchi paulistani le adorano: sono grandi, polpose ed afrodisiache». Carlos Cemi, l'autista di Uber che proprio a Cananéia mi sta portando conosce benissimo questa minuscola cittadina di pescatori finora famosa solo per le sue ostriche, tra le migliori di tutto il Brasile ma ultimamente alla ribalta delle cronache internazionali per un'altra ragione. Ovvero Cesare Battisti, l'Oudini della fuga, il terrorista italiano più ricercato al mondo, l'assassino dal ghigno beffardo che soccorso rosso protegge da 7 lustri.

Siamo sulle sue tracce visto che Cananéia è uno dei due indirizzi da lui forniti ai poliziotti dopo l'arresto di mercoledì scorso a Corumbà, alla frontiera con la Bolivia. Battisti, che è stato liberato per decisione del giudice José Marcos Lunardelli venerdì scorso e che sabato mattina se ne è tornato da solo tranquillamente a San Paolo, sbarcando all'aeroporto di Guarulhos senza che nessuno lo aspettasse, né gli avvocati né uno straccio di poliziotto. Battisti se ne sta adesso tranquillo nella casa che lo ospita, sul litorale paulista, circondato dalla splendida Mata Atlantica, una foresta incontaminata seconda come bellezza solo all'Amazzonia.

L'ex terrorista dei Pac sta ascoltando musica jazz e poi il rock duro degli Zeppelin, a volume così alto che quando provo bussare alla porta e poi a gridare non mi sente. Se sia una strategia per tenere lontano gli scocciatori o semplicemente un altro modo di essere strafottenti questo non è dato sapere. Del resto è lo stesso Battisti che prima di imbarcarsi sabato scorso ha brindato sarcasticamente con tre bicchieri di birra ai giornalisti che lo avevano avvicinato. Certo è che la questione degli indirizzi è importante visto che il pluricondannato (in Italia) Cesare dovrà presentarsi adesso una volta al mese in tribunale per mettere una firma e comunicare alle autorità eventuali spostamenti. Sono un punto da cui partire per evitare ulteriori tentativi di fuga o quantomeno esserne informati. Proprio su questo tema nelle ultime ore il già complicato caso Battisti si era tinto di giallo per le rivelazioni del quotidiano locale Diario da Regiao di Sao José do Rio Preto, cittadina all'interno dello stato di San Paolo dove si trova il secondo indirizzo lasciato dall'ex terrorista alle autorità brasiliane. Secondo i giornalisti locali infatti si tratterebbe di un indirizzo inesistente. E persino la moglie Joyce lo scorso fine settimana aveva detto alla polizia di non sapere dove l'uomo si trovasse.

Quanto bastava per scatenare l'allarme anche se gli avvocati dell'ex terrorista hanno cercato di smorzare il fuoco rispondendo che è vero che Battisti ha fornito un indirizzo sbagliato «ma perché si era trasferito recentemente e dunque non se lo ricordava. E che comunque la sua residenza rimane Cananéia». E allora eccomi a Cananéia, rua Francisco Chávez 203, in pieno centro, a tre ore e mezzo dalla metropoli di San Paolo. La casa in verità non appartiene a Battisti ma risulta essere la casa delle vacanze di un sindacalista membro del «soccorso rosso» che tanto lo protegge, un certo Magno de Carvalho Costa. Un edificio a due piani tipico della classe media. Finalmente riesco a parlare col suo «caseiro», come lo chiamano in Brasile, una sorta di portiere tuttofare e bodyguard. Si chiama Paulo e mi dice che «il signor Battisti sta riposando», nonostante la musica altissima. Per fortuna a voler parlare ci sono i vicini. Come la signora Liliane che gestisce un negozietto di articoli da regalo. Proprio di fronte e che mi conferma che «lo si è visto in giro tranquillamente». Per poi aggiungere «è una bravissima persona e sempre molto gentile con tutti qui».

E la stessa immagine è confermata anche dai proprietari del bistrot vicino, il Miguel. «Per noi è uno scrittore, non sembra per nulla un terrorista spiega appunto Miguel il proprietario - è un italiano simpatico e stamattina è venuto a farsi una birretta da noi». Insomma la vita di Battisti ai tropici è ripresa indisturbata come un lungo fiume tranquillo.

In attesa del prossimo colpo di scena.

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