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Pakistan, bimba cristiana violentata, uccisa e bruciata. Arrestato un vicino di casa

In Pakistan, durante i primi sei mesi di quest'anno, sarebbero stati 13 i bambini e 12 le bambine a essere uccisi dopo essere stati violentati

Pakistan, bimba cristiana violentata, uccisa e bruciata. Arrestato un vicino di casa

Continua in Pakistan la strage di minori, con una bambina cristiana di cinque anni che è stata rapita, stuprata e uccisa. Il suo assassino ha poi dato fuoco al cadavere della piccola per abbandonarlo infine in una discarica. Tale fatto di cronaca è avvenuto lo scorso fine settimana a Karachi, nel quartiere di Eissa Nagri, dove il 90% della popolazione è di fede cristiana.

Secondo i dati diffusi da alcune ong umanitarie, in Pakistan, durante i primi sei mesi di quest'anno, sarebbero stati 13 i bambini e 12 le bambine a essere uccisi dopo essere stati violentati.

La piccola di cinque anni citata si chiamava Marwah e a lanciare l’allarme sulla sua scomparsa erano stati venerdì scorso i suoi genitori. In base alle loro affermazioni, la bimba non sarebbe allora più tornata a casa dopo esserne uscita per andare a comprare dei dolci.

Nella tarda notte di sabato scorso, dopo lunghe indagini, la polizia pakistana ha alla fine rinvenuto il corpo senza vita e carbonizzato della bambina, all’interno di un sacco di iuta abbandonato appunto tra cumuli di spazzatura.

Una volta sottoposta ad esame autoptico la salma, i medici legali hanno rilevato che sul cranio della malcapitata erano presenti profonde lesioni, probabile indizio del fatto che Marwah sarebbe stata ripetutamente colpita al capo con un pesante oggetto. Gli inquirenti hanno inoltre accertato che la bimba cristiana, prima di essere ammazzata e data alle fiamme, aveva subito violenza sessuale.

Mentre proseguivano gli accertamenti dei medici legali sul corpo della vittima, i poliziotti stringevano il cerchio intorno al presunto rapitore-assassino, fino ad arrestare, questo mercoledì, un presunto colpevole.

Il soggetto fermato si chiama Nawaz e sarebbe un vicino di casa della piccola. A indurre gli agenti ad arrestare quell’uomo è stata la scoperta, nella discarica dove giaceva il cadavere di Marwah, di un pezzo di stoffa che, si è accertato poi, proveniva proprio dall’abitazione del sospettato.

Oltre a tale frammento di tessuto, a convincere gli inquirenti della colpevolezza di Nawaz è stato il fatto che quest’ultimo, in seguito alla notizia della scomparsa della bambina, avrebbe improvvisamente preso a pulire minuziosamente la sua casa, probabilmente per eliminare qualsiasi macchia di sangue o altra traccia biologica riconducibile alla piccola.

A incastrare quell’uomo hanno contribuito, in terzo luogo, le risposte contraddittorie e deboli da lui fornite ai poliziotti nel corso degli ultimi interrogatori.

Per il momento, l’arrestato è stato condotto dagli inquirenti in una località segreta, mentre si stanno intensificando le ricerche dirette a ricostruire tutti gli spostamenti compiuti dall’assassino dopo che aveva appena rapito Marwah.

Riguardo alla piaga delle violenze su minori in Pakistan e, in particolare, sul fenomeno delle bambine cristiane rapite per venire costrette a convertirsi all’islam e ad affrontare nozze combinate, vi è da anni l’impegno in quel Paese, con l’obiettivo di difendere quelle minorenni da ogni abuso, di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs).

Tale fondazione di diritto pontificio è infatti in prima linea per aiutare quelle ragazzine a fuggire dalla minaccia dei sequestri, delle abiure forzate del cristianesimo e dei matrimoni coatti, dando loro contestualmente opportunità di uscire dalla povertà e dall’analfabetismo.

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