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Papa Francesco: "I leader islamici condannino tutti il terrorismo"

Bergoglio sul volo di ritorno da Istanbul a Roma: "Abbiamo bisogno di una condanna mondiale, che gli islamici dicano chiaramente, noi non siamo quello, questo non è il Corano"

Papa Francesco: "I leader islamici condannino tutti il terrorismo"

Sul volo che lo riportava a Roma da Istanbul Papa Francesco si è soffermato a parlare coi giornalisti, toccando alcuni aspetti salienti della visita in Turchia. "Ho detto al presidente Erdogan: sarebbe bello che tutti i leader islamici, i leader politici, religiosi, accademici, condannassero chiaramente il terrorismo e dicessero che quello non è Islam". E ancora: "Abbiamo bisogno di una condanna mondiale, che gli islamici dicano chiaramente, noi non siamo quello, questo non è il Corano".

Bergoglio ha parlato poi della possibilità di un suo prossimo viaggio in Iraq: "Io ci voglio andare. Ho parlato col patriarca Sako. Per il momento non è possibile. Se in questo momento andassi si creerebbe un problema per le autorità, per la sicurezza".

Nella sua seconda giornata a Istanbul il pontefice ha fatto visita al Patriarcato ecumenico, sottolineando che ristabilire la piena comunione tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa "non significa né sottomissione l'uno dell'altro, né assorbimento, ma piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza realizzato da Cristo Signore per mezzo dello Spirito Santo". Nella dichiarazione congiunta firmata dal Santo Padre e dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I, si legge questo: "Non possiamo rassegnarci a un Medio Oriente senza i cristiani, che lì hanno professato il nome di Gesù per duemila anni. Molti nostri fratelli e sorelle sono perseguitati e sono stati costretti con la violenza a lasciare le loro case. Sembra addirittura che si sia perduto il valore della vita umana e che la persona umana non abbia più importanza e possa essere sacrificata ad altri interessi. E tutto questo, tragicamente, incontra l’indifferenza di molti".

L'appello all'Onu e all'Islam

"La terribile situazione dei cristiani e di tutti coloro che soffrono in Medio Oriente richiede non solo una costante preghiera, ma anche una risposta appropriata da parte della comunità internazionale. Le grandi sfide che ha di fronte il mondo nella situazione attuale, richiedono la solidarietà di tutte le persone di buona volontà", scrivono il Papa e Bartolomeo I, riconoscendo esplicitamente nel testo "l’importanza anche della promozione di un dialogo costruttivo con l’Islam, basato sul mutuo rispetto e sull’amicizia".

"Ispirati da comuni valori e rafforzati da un genuino sentimento fraterno, musulmani e cristiani - sottolineano Francesco e Bartolomeo - sono chiamati a lavorare insieme per amore della giustizia, della pace e del rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona, specialmente nelle regioni dove essi, un tempo, vissero per secoli in una coesistenza pacifica e adesso soffrono insieme tragicamente per gli orrori della guerra. Inoltre, come leader cristiani, esortiamo tutti i leader religiosi a proseguire e a rafforzare il dialogo interreligioso e a compiere ogni sforzo per costruire una cultura di pace e di solidarietà fra le persone e fra i popoli".

L'estrema povertà e il terrorismo

Il Papa ricorda che "nel mondo di oggi si levano con forza voci che non possiamo non sentire e che domandano alle nostre Chiese di vivere fino in fondo l’essere discepoli del Signore Gesù Cristo. La prima di queste voci è quella dei poveri. Nel mondo, ci sono troppe donne e troppi uomini che soffrono per grave malnutrizione, per la crescente disoccupazione, per l’alta percentuale di giovani senza lavoro e per l’aumento dell’esclusione sociale, che può indurre ad attività criminali e perfino al reclutamento di terroristi". Un passaggio molto forte che sicuramente farà discutere. "Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle voci di questi fratelli e sorelle", ammonisce il Pontefice. "Essi ci chiedono non solo di dare loro un aiuto materiale, necessario in tante circostanze, ma soprattutto che li aiutiamo a difendere la loro dignità di persone umane, in modo che possano ritrovare le energie spirituali per risollevarsi e tornare ad essere protagonisti delle loro storie. Ci chiedono - aggiunge - inoltre di lottare, alla luce del Vangelo, contro le cause strutturali della povertà: la disuguaglianza, la mancanza di un lavoro degno, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi. Come cristiani - ha proseguito papa Bergoglio - siamo chiamati a sconfiggere insieme quella globalizzazione dell’indifferenza che oggi sembra avere la supremazia e a costruire una nuova civiltà dell’amore e della solidarietà".

L'incontro coi profughi siriani e iracheni

Dopo il pranzo con Bartolomeo il Santo Padre ha in programma un incontro con un un centinaio di giovani profughi iracheni e siriani assistiti dall'oratorio salesiano di Istanbul.

L’incontro è in programma nel giardino della rappresentanza pontificia che fu di monsignor Roncalli.

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