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Parigi ripiomba nel caos e il governo sospende la riforma sulle pensioni

Il governo francese ha bloccato temporaneamente una delle misure più contestate della riforma sulle pensioni. Dopo 38 giorni di sciopero nazionale e manifestazioni, i sindacati sono riusciti a piegare la volontà di Macron

Parigi ripiomba nel caos e il governo sospende la riforma sulle pensioni

Ce l’abbiamo fatta! Giù le mani dalle pensioni”. Ecco le urla di gioia dei migliaia di manifestanti che anche oggi, per la 38esima giornata consecutiva di sciopero nazionale, hanno invaso letteralmente le vie della capitale parigina.

Il braccio di ferro tra il presidente francese Emmanuel Macron e i sindacati sembra essere stato strappato dalla vittoria di quest’ultimi, che sono riusciti, anche se temporaneamente, a bloccare il disegno di legge dell’esecutivo francese, che ha deciso di fare marcia indietro sulla disputa pensionistica.

Il primo ministro di Parigi, Edouard Philippe, ha annunciato stamane la sospensione di uno dei punti cardini della riforma previdenziale, ovvero fissare la nuova età pensionabile a 64 anni a partire dal 2022.

Nonostante la fresca vittoria dei manifestanti sulla volontà politica del governo di Macron, decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza per continuare a dimostrare il proprio dissenso al quadro generale della proposta di legge sulle pensioni che la Francia si accingerà ad adottare nei prossimi mesi.

Questo 38esimo giorno di sciopero ha bloccato nuovamente la Ville Lumière, con un fiume di persone in marcia da Place de la République a Place de la Nation, un percorso di oltre 3 chilometri che attraversa tutta la parte sud-est di Parigi.

Anche oggi non sono mancate le infiltrazioni di black block, gillet gialli, e di violenti che hanno approfittato della confusione dei manifestanti per distruggere tutto quello che trovavano lungo il cammino. Decine le vetrine di negozi rotte, macchine e cassonetti incendiati, e bombe molotov contro la polizia, che ha risposto all’ondata di violenza sparando proiettili di plastica e lacrimogeni contro i più facinorosi del corteo.

Non solo Parigi ma anche ha altre città francesi sono state protagoniste oggi di cortei di manifestanti che protestavano contro la riforma sulle pensioni dell’Eliseo. Tolosa, Rennes, Marsiglia, Bordeaux e Nantes, ecco alcune delle città ove le diverse prefetture francesi hanno contato all’incirca la presenza di circa 3mila manifestanti. Numeri ovviamente in disaccordo con quelli dichiarati dalle maggiori sigle sindacali del paese (Cgt e Cfdt), che asserivano la presenza di oltre 20mila persone solo nella piccola cittadina di Tolosa. Anche in queste città la gendarmeria francese ha dovuto usare la forza per reprimere gli attacchi violenti di alcuni manifestanti.

La temporanea sospensione annunciata dal governo francese farebbe slittare l’adozione dell’età pensionabile a 64 anni a partire dal 2027. Rimane attualmente ancora ferma la determinazione del governo di presentare questo progetto di sistema pensionistico universale il prossimo 24 gennaio in seno al Consiglio dei ministri e di sottoporlo all'esame in seduta pubblica presso l'Assemblea nazionale dal 17 febbraio in modo tale da poter essere adottato prima dell'estate.

La proposta di compromesso avanzata dal più grande sindacato francese, Cfdt, è quella di aprire una conferenza per discutere il finanziamento del sistema pensionistico del paese. La conditio sine qua non del sindacato si basa sul ritiro dell’età di equilibrio (64 anni) proposta dall’esecutivo di Parigi.

Attualmente, i sindacati francesi sembrano aver vinto la battaglia, confermando l’età pensionabile a 62 anni fino al 2027.

Vedremo se nel lungo termine riusciranno a vincere anche la guerra contro Macron e i suoi ministri.

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