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Pedofilia, ora la Chiesa pensa al "prezzo del dolore" per risarcire le vittime

Il caso del vescovo Preynat sta per essere chiuso da un punto di vista canonico, ma la Chiesa cattolica immagina pure un sistema per risarcire le vittime di pedofilia

Pedofilia, ora la Chiesa pensa al "prezzo del dolore" per risarcire le vittime

Il dolore, anche quello derivante dalla pedofilia, può essere soppesato sulla base di una scala progressiva.

Sembra questo, almeno stando a quanto sta emergendo in relazione al caso del vescovo Preynat, lo stesso caso correlato alla condanna a sei mesi con la condizionale per coperture del cardinale transalpino e arcivescovo di Lione Philippe Barbarin, il ragionamento fatto dai vertici ecclesiastici che si domandano come possano essere risarcite, in maniera equa e giusta, le persone che sono state costrette a subire violenze e abusi sessuali da parte di ecclesiastici. Ricorderete, inoltre, di come papa Francesco abbia respinto le dimissioni del porporato, ma questa è una vicenda a sé stante.

Il caso di specie, invece, parte sempre dalla Francia. L'attesa, che sta per terminare, è tutta incentrata sul processo canonico. La fattispecie riguarda episodi di pedofilia ai danni di minori che sono stati commessi dal vescovo Preynat almeno quaranta-cinquanta anni fa. La storia è stata approfondita dall'agenzia Agi. Attenzione soprattutto al precedente giurisprudenziale: potrebbe essere questo l'episodio apripista di una riforma strutturale dei meccanismi risarcitori.

E questo perché la notizia, secondo la ricostruzione della fonte citata, che ha riportato a sua volta quanto scritto dalla rivista Mediapart, risiede pure in questa rinnovata volontà ecclesiale di stabilire il - usiamo la definizione dell'Agi - "prezzo del dolore". Dal caso Preynat in poi, insomma, molto potrebbe cambiare, perché le istituzioni della Chiesa cattolica potrebbero predisporre una sorta di tabella utile quando si tratta di comprendere quanto spetta a titolo di risarcimento alle vittime.

Bisognerà capire, in caso, come questa disposizione sia destinata a essere estesa per gli episodi ascrivibili a questa tipologia, quella degli abusi ai danni di minori. Vale per tutti, insomma, o solo per gli accadimenti francesi? Anche perché le cifre di cui si parla non sono certo di poco conto.

La questione è antica: un danno psicologico, spesso e volentieri, non pare calcolabile con facilità, ma sembra che una delle riforme proprie della linea della "tolleranza zero" sia in dirittura d'arrivo.

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