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Il piano segreto della Cia per armare i curdi

Il sospetto nasce da un video postato sui social in cui viene immortalato la distruzione di un veicolo dell’Isis con un sistema "Javelin" nei pressi di Shaddadi

Il piano segreto della Cia per armare i curdi

La CIA potrebbe aver armato i curdi con missili anticarro Javelin. E' quanto ipotizzano i media russi a pochissime ore dal cessate il fuoco in Siria. Il sospetto nasce da un video postato dai curdi sui social in cui viene immortalato la distruzione di un veicolo dell’Isis, carico di esplosivo, che si stava fiondando a tutta velocità contro un posto di blocco nei pressi di Shaddadi.

Se i curdi hanno ricevuto i sistemi Javelin dagli americani – sostengono i principali media russi – la Turchia non la prenderà bene. Ankara continua a bombardare con fuoco di artiglieria transfrontaliera i curdi siriani, ma quel video pubblicato la settimana scorsa, suscita più di un sospetto. Il Dipartimento di Stato americano ha già confermato che non ha fornito armi all'Unità di Protezione Popolare. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno coordinato attacchi aerei a sostegno dell’YPG e paracadutato munizioni al gruppo, lo scorso anno, a difesa della città assediata di Kobane.

Il sistema d’arma Javelin consente di agganciare e seguire autonomamente il bersaglio (modalità lancia e dimentica) grazie al targeting termico con un profilo di volo chiamato “Top Attack”: il missile a doppia testata in tandem colpisce il blindato dalla parte superiore, solitamente piatta, dove la corazza è più sottile. Prima di piombare sul bersaglio, il missile si innalza fino ad un massimo di 150 metri. Il Javelin ha già dimostrato di essere letale anche contro gli elicotteri a bassa quota.

Fino ad oggi, l'unico programma noto, supervisionato dalla CIA, era quello per la fornitura di missili TOW. Secondo le intenzioni, avrebbe dovuto influenzare il risultato dell'altra guerra condotta in Siria, quella nella parte nord-orientale del paese contro lo Stato islamico. La CIA ha avviato il programma TOW nei primi mesi del 2014, con l'obiettivo di contrastare Damasco fornendo formazione, armi leggere, munizioni e missili anticarro TOW: strumenti che si sarebbero rivelati essenziali per colmare il gap con l’equipaggiamento pesante del governo lealista. I missili giungevano in Siria dall’Arabia Saudita, dietro fornitura della CIA. Il piano, così come descritto dal Pentagono, aveva l’obiettivo di esercitare una sufficiente pressione militare contro le forze di Assad e convincerlo ad un compromesso politico. Una sorta di “invito” al tavolo delle trattative, magari evitando quel collasso che avrebbe scatenato il caos nel paese. L’entrata in scena della Russia, invece, ha stravolto l’intera strategia della CIA. Il programma TOW, nonostante sia stato sospeso (almeno ufficialmente dalla CIA) continua con l'Arabia Saudita.

Curiosa anche una clausola del programma: i missili sono consegnati in quantità limitata. Per ricevere i rifornimenti, i ribelli devono dimostrare di essere in possesso degli stessi lanciatori consegnati. Una clausola per evitare che i sistemi possano finire al mercato nero. Nel 2013, l’Arabia Saudita ha acquistato 13.975 missili anticarro, fornitura interamente consegnata. Per contratto, il governo saudita deve informare gli Stati Uniti della destinazione finale dei missili. L'approvazione degli Stati Uniti è quindi implicita. I missili TOW (acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided), sono forniti dagli Stati Uniti e dai suoi alleati all’Esercito Siriano Libero ed ai gruppi che combattono contro il governo di Bashar al-Assad. Ad un costo di 12/15 mila dollari ad esemplare, appare evidente quanto, questo equipaggiamento anticarro, facesse parte della dotazione standard americana in sostegno alle truppe ribelli.

Soltanto il missile del sistema Javelin,invece, costa circa 80 mila dollari.

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