Guerra in Ucraina

Il plotone fantasma guidato da Uragano: ecco dove combatte

Da fuorilegge ad arruolati regolarmente per combattere contro la Russia: si tratta del plotone guidato dal comandante "Uragano" dove almeno tre russi hanno voltato le spalle a Putin

Il plotone fantasma guidato da Uragano: ecco dove combatte

Da fuorilegge e banditi a combattenti a tutti gli effetti per la patria, per la bandiera: si tratta del plotone di combattimento ucraino Oun, ossia Organizzazione di nazionalisti ucraini, ai quali il governo ha chiesto di fare la loro parte nella guerra dopo l'invasione russa. E che sono guidati da un comandante il cui soprannome è tutto un programma: "Uragano", vero nome Mykola Kokhanvsky. Le particolarità di questo contingente composto da un centinaio di persone sono due: fino al giorno prima di guerra erano considerati fuorilegge in quanto un gruppo di nazionalisti ed estremisti. La seconda è che si possono trovare dei russi che combattono contro i russi.

L'impegno a sud

Sette anni di inattività: l'ultimo loro combattimento risale al Donbass 2015, adesso c'è un conflitto più ampio e hanno aderito alla richiesta di scendere in campo contro Putin per difendere il loro Paese. Non si tirano indietro ma sono significative le parole del comandante. "Prima dell'invasione lo Stato ci considerava banditi, qualcuno dei nostri è finito in carcere. Io stesso ho processi per vandalismo e per aver assaltato banche russe. Ora, invece, chi è in prigione viene rilasciato per andare a fare la guerra. Quando lo Stato ha bisogno di noi siamo degli eroi, quando la minaccia finirà torneremo a essere gli indesiderati". Insomma, da vandali e delinquenti a eroi, la "maglia" giallo-azzurra dell'Ucraina adesso è la stessa per tutti.

Le procedure da seguire

Il loro quartier generale è a sud di Kiev, all'interno di un cantiere di un palazzo in costruzione che chissà quando sarà completato. Si chiama plotone perché si tratta di una delle unità militari di minon dimensione ma non per questo meno combattive e pericolose. Sono anche "fantasmi" perché di loro non si conoscono punti di riferimento, un po' come il mitico A-Team che combatteva su commissione per aiutare i buoni contro i cattivi. Ma questa, purtroppo, non è né televisione né fiction. Non è facile entrare in contatto con Uragano: il primo appuntamento è in un luogo x diverso dal vero "ufficio". Poi, accertato che il contatto è quello giusto, viene dato il vero indirizzo dove si può trovare il comandante e parlare con lui.

Le due regole da non violare

Ma da chi è composto questo plotone? Al 90% combattenti ucraini, il resto è formato da lettoni, bielorussi e, appunto, russi che hanno voltato le spalle al proprio zar. Come si legge su Repubblica, il russo Victor, di 44 anni, ha deciso di passare dall'altra parte della barricata dopo il conflitto sul Donbass. È uno degli elementi più in vista del gruppo di Uragano. "L'ho messo a capo di un'unità di combattimento che abbiamo al fronte. Sta proteggendo la nostra capitale, il cambio turno è fissato tra una settimana". Il perché si sia schierato con gli ucraini lo spiega chiaramente al suo comandante. "Ciò che mi spinge a combattere contro la mia gente è semplice: ho capito che la Russia è l'impero del male e non dovrebbe proprio esistere", racconta Victor al quotidiano. "Dobbiamo farla a pezzi per avere pace nel mondo".

Poche ma precise e ferree: sono le due regole da seguire, il vademecum del plotone. La prima è essere nazionalisti, la seconda è quella di non fare uso di alcol "in nessun caso". La loro fede regligiosa è "orgogliasemente" il cristianesimo ma sono accetti anche coloro che fanno parte di altre religioni. Idem per la politica: "chi ha idee di sinistra non le può esprimere fintanto che è nel Battaglione. Abbiamo un anarchico russo a cui è stato proibito di fare propaganda", sottolinea Kokhanvsky. Dell'Oun fanno parte almeno un centinaio di operativi e altrettanto affiliati, i russi agli ordini di Uragano sono almeno tre. Chiamati "il primo centinaio di Kiev" in onore dello storico leader nazionalista Eugene Konovalets nella battaglia di Maidan nel 2014, "siamo stati tra i primi a mettere le tende e a reclutare gente contro Berkut, le unità antisommossa. Per due anni siamo stati in Donbass, a Savur-Mohyla e Peski. Non abbiamo smobilitato mai, pur non avendo lo status di milizia ufficiale.

Finalmente, dopo anni, ce lo stanno concedendo", conclude.

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