Mondo

La Polonia fa marcia indietro sulla legge sull'Olocausto: via le pene carcerarie

Il parlamento di Varsavia cancella la detenzione in carcere per chi attribuisca alla Polonia responsabilità sulla Shoah. Restano però le pene pecuniarie

La Polonia fa marcia indietro sulla legge sull'Olocausto: via le pene carcerarie

Alla fine la Polonia fa marcia indietro e modifica radicalmente la dibattutissima legge sull'Olocausto che tanto aveva fatto discutere nei mesi scorsi.

Oggi la Camera bassa del Parlamento polacco ha introdotto come pena la sola sanzione pecuniaria, al posto del carcere, per chiunque attribuisca alla Polonia responsabilità per i crimini legati alla Shoah. Il disegno legislativo depositato in Parlamento a gennaio invece prevedeva pene fino a tre anni di reclusione in cella.

L'iter legislativo del provvedimento, già prima che a febbraio la Camera alta la approvasse con una netta maggioranza, era stato oggetto di critiche durissime da parte delle comunità ebraiche di mezzo mondo e anche da diversi Paesi europei e non. Molto netta in particolare la posizione di Israele, il cui governo aveva bollato la legge voluta da Varsavia come "un caso di negazionismo".

In molti infatti protestano che, nonostante non sia possibile attribuire a nessun governo polacco le atrocità naziste di cui i polacchi furono spesso le prime vittime, è difficile negare che singoli casi di collaborazionismo esistettero, come del resto in tutta l'Europa occupata.

Anche per questo il premier Mateusz Dworczyk ha spiegato che la Polonia "vuole che questa legge funzioni senza controversie". Tuttavia il primo ministro ha anche chiarito che Varsavia non intende rinunciare alla legge tour court, che nelle intenzioni del governo "era e rimane una battaglia per la verità durante la Seconda Guerra Mondiale e dopo il conflitto".

Commenti