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Putin accusa Nato e America: "Volevano essere soli sul trono d'Europa"

Il capo del Cremlino alla Bild: "Dopo la caduta del muro di Berlino abbiamo sbagliato tutto". Ma tende la mano all'Europa: "Siamo pronti a un compromesso"

Putin accusa Nato e America: "Volevano essere soli sul trono d'Europa"

"La Nato non avrebbe dovuto espandersi a Est. Ma la Nato e gli Stati Uniti volevano una vittoria completa sull'Urss, volevano sedersi sul trono dell'Europa da soli. Ora però siedono lì e stiamo parlando di queste crisi che altrimenti non avremmo avuto". In una intervista alla Bild, il presidente Vladimir Putin accusa apertamente l'Occidente, e in particolar modo l'America, di aver sfidato, provocato e, infine, attaccato la Russia. "Venticinque anni fa cadde il muro di Berlino ma altri muri invisibili sono stati spostati nell'Europa dell'Est - spiega - non siamo riusciti a superare la divisione dell'Europa, questo ha portato a fraintendimenti reciproci e accuse. Ed è la causa di tutte le crisi".

Nell'intervista alla Bild, Putin torna a invocare "una coalizione mondiale contro il terrorismo", ma non nasconde che da tempo il gioco al massacro portato avanti dall'Occidente fomentando le crisi internazionali non fa altro che esacerbare lo stesso terrorismo. Il capo del Cremlino ricorda, infatti, che "siamo tutti alle prese con gli stessi problemi". Eppure i personalismi dei singoli leader portano l'Unione europea e gli Stati Uniti a contrapporsi alla Russia favorendo in questo modo il terrorismo. Per quanto riguarda la Russia, secondo Putin, "l'errore" che ha portato all'attuale situazione di crisi in Europa è stato quello di "essere arrivati in ritardo". "Se avessimo spiegato quali erano i nostri interessi nazionali più chiaramente fin dall'inizio - spiega - il mondo sarebbe ancora in equilibrio". "Dopo la caduta dell'Unione Sovietica - aggiunge - avevamo molti problemi da affrontare per i quali possiamo solo incolpare noi stessi: la crisi economica, il collasso del welfare, il separatismo e gli attacchi terroristici che hanno sconquassato il Paese".

All'Unione europea Putin rinfaccia, in modo particolare, le sanzioni contro la Russia. "Sono stupide e dannose", dice. Perché, anche se non rappresentano la cosa più difficile che il Paese sta vivendo, influiscono sulla sua economia. L'interscambio commerciale tra la Russia e la Germania era, tanto per fare un esempio, di circa 85 miliardi di dollari. Un giro di affari che, anche grazie alla cooperazione tra i due Paesi, aveva contribuito a creare molti posti di lavoro. "Cosa sono le restrizioni che stiamo affrontando? Non la cosa peggiore - spiega Putin - ma (la situazione) è dannosa anche per la nostra economia, in quanto colpisce il nostro accesso ai mercati finanziari internazionali". La Russia è, comunque, pronta al compromesso nella cooperazione con l'Europa, ma solo sulla base del diritto internazionale. "Dobbiamo rispettarci l'un l'altro - mette in chiaro il capo del Cremlino - rispettare i nostri interessi reciproci e seguire le stesse regole, invece che cambiarle costantemente per adattarle agli interessi di qualcuno". E il pensiero va all'annessione della penisola ucraina della Crimea. "Se i kosovari hanno il diritto all'autodeterminazione, perché le persone che vivono in Crimea no? - chiede - tutti devono rispettare il diritto internazionale e non cambiarlo ogni volta che si ha voglia di farlo". Sottolineando ancora una volta che 146 milioni di cittadini russi hanno i propri interessi che lui stesso ha giurato di proteggere, Putin assicura di non volere lo scontro, ma di "cercare il compromesso".

Che, però, deve essere "basato sul diritto internazionale, compreso da tutti in modo uniforme".

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