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Quei soldi sospetti che arricchiscono i politici tedeschi

Un'associazione denuncia: troppi i finanziamenti anonimi a deputati di Berlino. Favoriscono qualcuno?

Quei soldi sospetti che arricchiscono i politici tedeschi

Berlino - Una legge nuova ma sbagliata in partenza, da cambiare al più presto. Polemica in Germania dopo che Abgeordnetenwatch, organizzazione che fa le pulci ai politici nazionali, ha pubblicato sul suo sito la lista dei redditi aggiuntivi dei deputati (gli Abgeordneten). Cifre che si sommano all'emolumento da 8.660 euro che spetta ai parlamentari nazionali. L'organizzazione ha calcolato in 6,6 milioni di euro l'entità complessiva dei guadagni extra mandato dei 631 deputati tedeschi. La cifra, però, è calcolata solo per approssimazione; e almeno 2,1 dei 6,6 miliardi provengono da fonti anonime. Perché la legge sulla trasparenza voluta dal governo precedente, spiega al Giornale il portavoce di Abgeordnetenwatch, Roman Ebener, «è largamente deficitaria». Nel caso che i rappresentanti del popolo esercitino l'avvocatura «non sono obbligati per ragioni di tutela della privacy né a dichiarare il nome del cliente né a indicare il compenso ricevuta». I deputati devono solo incasellare le somme ricevute in una delle dieci categorie di grandezza previste, «con l'ultima che parte da 250 mila euro in su. La trasparenza diventa allora un esercizio impossibile, al limite del ridicolo». Primo della lista dei deputati più ricchi è l'avvocato Peter Gauweiler, eletto fra i cristiano sociali bavaresi (Csu), alleati della Cdu di Angela Merkel. Di Gauweiler si sa solo che ha guadagnato «almeno» 967 mila euro ma non si sa da chi li abbia ricevuti.

Al secondo posto c'è il «deputato contadino» Albert Stegemann, classe 1976, che denuncia 578.550 euro provenienti dalle sue attività nel settore agroalimentare. Meno trasparente l'altro deputato agricoltore, il cristiano democratico e quarto «paperone» del Bundestag: Johannes Röring, dichiara «almeno» 290.500 euro e non svela i nomi dei suoi soci. Se i numeri assomigliano al vero, i deputati del centrodestra sono più bravi negli affari. Il primo deputato socialdemocratico, l'ex candidato alla cancelleria Peer Steinbrück, si piazza solo nono con 159 mila euro. Altri Spd appaiono sporadici al decimo, ventesimo e ventiquattresimo posto. Chiude la classifica in 150esima posizione il deputato social-comunista Jan Korte (Die Linke) con mille euro extra. Sono dunque 481 i deputati tedeschi che si affidano solo a quanto la legge gli riconosce. «Ed è giusto che sia così», riprende Ebener. «Alcuni di loro lavorano anche 60 ore a settimana. Il problema è rappresentato da chi si occupa invece dei propri affari. La trasparenza dovrebbe essere massima e gli elettori dovrebbero votare conoscendo già quanto e come guadagnano i politici. Se non ti può fidare del tuo rappresentante al Parlamento», aggiunge, «allora si inceppa il meccanismo democratico». Dopo il caso dell'ex capo di gabinetto di Merkel, Ronald Pofalla, «promosso» a membro del cda di Deutsche Bahn, a inizio anno l'opposizione ha chiesto una legge per il conflitto di interessi; oggi i Verdi insistono invece per una maggiore glasnost fiscale dei deputati. Intanto la questione dell'emolumento parlamentare torna di attualità. All'inizio della legislatura, il Bundestag ha votato a larga maggioranza due aumenti da 415 euro per i deputati: uno per il 2014, l'altro per l'anno successivo. Il provvedimento ha ricevuto un raro stop da parte del presidente federale Joachim Gauck secondo cui le paghe dei parlamentari dovrebbero essere ancorate a quelle dei giudici e la questione sottratta alla sovranità dell'Aula. Un pool di giuristi si sta occupando della vicenda.

Fra i meglio pagati d'Europa, i deputati tedeschi sono superati solo da quelli italiani.

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