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Per riportare Palmira ai suoi fasti ci vorranno almeno cinque anni

Nella città ripresa dai lealisti ci si prepara a sminare le strae. E gli archeologi contano i danni

Per riportare Palmira ai suoi fasti ci vorranno almeno cinque anni

Le istruzioni operate dai jihadisti del sedicente Stato islamico sono state importante e non ci vorranno meno di cinque anni perché Palmira possa tornare ai suoi fasti. Lo ha spiegato alla stampa Maamoun Abdelkarim, direttore delle Antichità per il regime siriano, secondo cui "con l'approvazione dell'Unesco", questo sarà comunque il tempo necessario perché il sito archeologico possa tornare a splendere.

L'80% delle rovine "è in buone condizioni", ha ammesso Abdelkarim, che fose si aspettava di trovare persino di peggio, ma soltanto un censimento preciso dei danni, tuttora in corso dopo la liberazione da parte dell'esercito regolare siriano, potrà dire cosa sarà necessario fare e quali saranno le prossime mosse.

Sotto i colpi dei jihadisti ono caduti i templi di Baal Shamin e di Bel, considerati blasfemi dal gruppo jihadista, impegnato a distruggere qualsiasi forma di culto, antica o nuova, che non si conformi alla stretta interpretazione dell'islam che sostengono di rappresentare.

Prima che gli archeologi possano iniziare davvero a lavorare nel deserto siriano sarà necessaria una lunga operazione di bonifica.

Come a Kobane, come in altre città abbandonate dai terroristi, il rischio che il terreno sia minato e disseminato di trappole esplosive è praticamente una certezza.

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