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Royal Navy, sottomarino balistico rientra con danni inusuali

L’HMS Vengeance, sottomarino balistico della Royal Navy, è rientrato alla base con il 30% in meno del rivestimento fonoassorbente esterno

Royal Navy, sottomarino balistico rientra con danni inusuali

Il sottomarino balistico a propulsione nucleare HMS Vengeance della Royal Navy ha subito una quantità insolita di danni durante il suo ultimo pattugliamento deterrente. La scorsa settimana l’unità è rientrata nella base navale di Faslane, in Scozia, dopo un pattugliamento deterrente a copertura di possibili obiettivi della durata di tre mesi. Il livello di usura riscontrato sul rivestimento esterno della scafo della quarta unità della classe Vengeance è superiore al 30%, tre volte quello normalmente previsto. Il rivestimento anecoico è appositamente progettato per mascherare qualsiasi suono proveniente dall’interno del sottomarino e per assorbire gli impulsi di un sonar attivo emesso da un’altra unità sulle sue tracce. Si tratta quindi di una contromisura essenziale per degradare i segnali di ritorno che rimbalzano sullo scafo, riducendo o mascherando la portata effettiva dell’onda sonora. In un tipico pattugliamento di tre mesi, il livello di usura dello scafo esterno dovrebbe attestarsi sul 10%. L’HMS Vengeance è rientrato alla base con il 30% in meno del rivestimento fonoassorbente collocato nello scafo.

Cosa potrebbe essere accaduto

La Royal Navy non ha fornito alcuna risposta ufficiale. Il sottomarino potrebbe essere salpato dalla Scozia senza la prevista manutenzione esterna dello scafo a causa di un ritardo dei materiali o per carenza di fondi. Tuttavia sembra un'ipotesi altamente improbabile (ma non impossibile) considerando la deterrenza termonucleare come suo obiettivo primario. Molto più probabile, invece, che l’HMS Vengeance sia stato costretto a protrarre la sua missione in mare ben oltre quanto inizialmente previsto in attesa di essere rilevato da un altro sottomarino classe Vanguard. Probabile, infine, un qualche tipo di incidente con le reti da pesca. Qualcosa di anomalo è certamente avvenuto durante il pattugliamento deterrente dell’HMS Vengeance.

La ridondanza della Gran Bretagna

La più grande base missilistica della Gran Bretagna si trova in Scozia ed ospita l'intera forza strategica inglese. Dal 1998, il Trident rappresenta l’unico sistema deterrente nucleare della Gran Bretagna. Sebbene relativamente moderni, i sottomarini a propulsione nucleare classe Vanguard, entrati in servizio nel 1990, necessitano di continui interventi di manutenzione. Il comando centrale dei Vanguard si trova in Scozia, nella base di Clyde nota come Faslane. I Vanguard saranno sostituiti a partire dal 2030 dai nuovi sottomarini baliastici a propulsione nucleare classe Dreadnought. Il governo inglese, intanto, continuerà a supportare l’asset basato sui Trident, pena la fine della capacità deterrente sub-lanciata inglese. I Trident II / D5 armeranno anche i nuovi sottomarini strategici inglesi.

Royal Navy: Sottomarini balistici classe Vanguard

La capacità deterrente della Royal Navy si basa si quattro sottomarini a propulsione nucleare classe Vanguard. Lunghi 150 metri, larghi dodici e con un dislocamento in immersione di 15680 tonnellate, sono armati con missili balistici Trident-II D5, costantemente aggiornati da 46 anni. Ogni sottomarino classe Vanguard ne trasporta sedici per 200 testate termonucleari a rientro multiplo indipendente, scesi a otto in base ai trattati del 2010 per 40 testate. La ridondanza inglese prevista dalla Continuous At-Sea Deterrence si basa su un sottomarino strategico a propulsione nucleare sempre in navigazione a copertura di possibili bersagli, uno in riserva e due in addestramento/manutezione. L’architettura Vanguard, nota come V-Boats, è composta da quattro unità: HMS Vanguard, HMS Victorious, HMS Vigilant e HMS Vengeance. I sottomarini strategici inglesi, considerando l’intero ciclo di vita, resteranno in mare soltanto il 30-45% del loro tempo.

Il problema dell'affidabilità dell’arsenale nucleare della Royal Navy

Tra il 2008 e il 2013, il Ministero della Difesa inglese ha registrato 316 incidenti di sicurezza nucleare. Questa definizione generale include sia la contaminazione radioattiva che le carenze nei protocolli di sicurezza standard. Tre quarti dei 262 incidenti registrati tra il 2008 ed il 2012 sono imputabili ad un errore umano. Nella base di Clyde nota come Faslane, si sarebbero verificati la maggior parte degli incidenti che, secondo il Ministero della Difesa inglese, non hanno mai causato danni a militari e civili. Nella base inglese di Devonport (poco distante dalla città di Plymouth), la più grande base navale in Europa occidentale, si sono verificati alcuni incidenti, compresa la perdita di alimentazione per 90 minuti al sistema di raffreddamento del reattore di un sottomarino nucleare. Preoccupazioni confermate anche da un documento del 2011, precedentemente classificato e poi reso pubblico, sulla pericolosità dei reattori nucleari dei sottomarini basati a Devonport. Nonostante lo scafo di un sottomarino sia progettato per contenere la maggior parte del materiale radioattivo all'interno, qualche perdita è ritenuta probabile. Se un sottomarino nucleare dovesse esplodere a Devonport, contaminerebbe nell’immediato un’area di due chilometri, raggiungendo Plymouth. Il problema dei reattori ad acqua pressurizzata è noto. Qualora cedesse il circuito primario, si potrebbe verificare un immediato aumento della temperatura del reattore con possibile rilascio di radiazioni dal nocciolo. Un episodio simile, per intenderci, alla tragedia del K-19, nel 1961. A Devonport gli inglesi hanno ancora otto sottomarini dismessi per un totale di 25 tonnellate di barre di combustibile nucleare. Ed il numero dei sottomarini nucleari dismessi continuerà ad aumentare, considerando che altri quattro battelli giungeranno a Devonport entro i prossimi sette anni.

Nel 1986 la Royal Navy aveva in servizio 30 sottomarini, 48 tra cacciatorpediniere e fregate, sette navi d'assalto anfibio e tre portaerei con una forza di 70.000 marinai. Tali numeri si sono ridotti a 30.000 marinai, 11 sottomarini, 19 tra cacciatorpediniere e fregate e tre navi d'assalto anfibio.

Londra: come si ordina una rappresaglia nucleare

Soltanto il Primo Ministro inglese può autorizzare il lancio dei missili balistici Trident, secondo rigorosi protocolli di autenticazione. I codici verificano soltanto l'identità del Primo Ministro. Da rilevare che i Trident inglesi non dispongono del Permissive Action Link installato sui missili statunitensi. Il CTF 345 di Northwood, l'unica struttura di collegamento con i Vanguard in pattugliamento, è responsabile dell’autenticazione dei codici. Abilitati i lancio, il CTF 345 invia gli ordini, tramite Emergency Action Message, al sottomarino. Il two-person concept, impedisce l’uso accidentale di armi nucleari. I due ufficiali che custodiscono le sole chiavi del pannello di controllo, devono concordare sui codici preformattati ricevuti in forma integra. Nel messaggio anche il tipo di opzione nucleare prescelta dal Primo Ministro. Solanto nel caso in cui il Regno Unito cessasse di esistere dopo un attacco nucleare preventivo, il comandante dell’unità aprirebbe la Lettera di ultima istanza custodita in una cassaforte nel ponte della sala di controllo e ne seguirebbe le istruzioni.

Le lettere di Ultima Istanza, l'equivalente britannico di Perimeter

Al momento del suo insediamento il Primo ministro inglese, a cui è conferita la capacità di ordinare un attacco nucleare, scrive a mano le quattro “Letters of last resort”. Ogni lettera rappresenta l'incertezza del deterrente ed è immediatamente riposta dai servizi segreti nella cassaforte della sala di controllo di ogni sottomarino. Il comandante del sottomarino deve avere una ragionevole certezza che un disastro nucleare abbia colpito il Regno Unito. Qualora fallissero i tentativi di entrare in contatto con il Comando Navale e se non venissero captate le principali emittenti radio inglesi come i programmi sulla BBC Radio 4, il comandante del sottomarino aprirebbe il documento sigillato. Il contenuto di quelle lettere rappresenta l’ultimo ordine diretto del governo britannico che si ritiene possa essere stato cancellato da un attacco nucleare preventivo. Il vertice dell’autorità politica, il Primo ministro (vi è anche una seconda figura designata non pubblica), concede all’autorità militare, il comandante del sottomarino, la completa autonomia decisionale sul lancio dei missili strategici e consigli come quello di mettere l’unità agli ordini degli Stati Uniti (qualora esistessero ancora) o di fare rotta verso l’Australia. Quelle lettere rappresentano sia il testamento di chi le scrive che l’ordine di ritorsione contro chi ha presumibilmente cancellato per sempre la Gran Bretagna.

Il mistero del Trident lanciato contro gli Usa

Nel giugno del 2016 sarebbe avvenuto un presunto test fallito di un missile balistico Trident II D5. Londra ha ordinato il silenzio stampa. Due anni fa il sottomarino balistico a propulsione nucleare della Royal Navy, l’HMS Vengeance, durante una serie di test programmati, ha lanciato un missile balistico Trident disarmato. La quarta unità della classe Vanguard, prima di raggiungere Port Canaveral, in Florida, base statunitense utilizzata dalla Royal Navy per i test finali, è stata sottoposta ad interventi di manutenzione presso l’HMS Drake di Devenport. L’obiettivo del missile Trident era localizzato nel cosiddetto campo di tiro orientale, al largo della costa occidentale dell'Africa. Qualcosa però sembra essere andato storto: il missile sembrerebbe aver fatto rotta verso la costa della Florida. Il lancio di un missile balistico è un evento raro, ma molto pubblicizzato dal governo che lo effettua. Il Regno Unito ha lanciato soltanto cinque Trident nel XXI° secolo: ogni missile costa circa 21 milioni di dollari. Tuttavia per il lancio del giugno del 2016 la Royal Navy non ha rilasciato alcun report o video sul test di volo effettuato. Subito dopo l’espulsione del missile, sarebbe avvenuto un qualche tipo di malfunzionamento. Il Trident, invece di volare attraverso l’Atlantico, avrebbe fatto rotta verso la terraferma americana. Downing Street ha immediatamente posto il segreto militare sull’operazione ed imposto il silenzio stampa sulle dinamiche del test. La componente Trident rappresenta la spina dorsale del deterrente strategico britannico: un malfunzionamento di un tale asset potrebbe portare a perdite inimmaginabili. In un breve comunicato sul blog del Ministero della Difesa inglese, si legge che “l’HMS Vengeance ha condotto un test di volo di ruotine: la prontezza al combattimento dell’equipaggio e dell’unità è stata certificata con successo. Il governo non fornisce ulteriori dettagli sulle operazioni sottomarine per ovvie ragioni di sicurezza nazionale”.

Nessun commento da Lockheed Martin, produttore dei Trident. La produzione dei D5 è al momento fissata a dodici missili l’anno. Secondo i media britannici, il “governo inglese avrebbe deciso di insabbiare il fallimento del missile balistico a causa dell’imminente dibattito che si sarebbe svolto poche settimane dopo in Parlamento per il voto cruciale sul futuro del programma deterrente nucleare della Gran Bretagna, pari a 40 miliardi di sterline”.

Royal Navy: Sottomarini balistici classe Dreadnought

La futura classe strategica Dreadnought deriva dal Programma Successor lanciato dalla Royal Navy nel 2008. L'HMS Dreadnought sarà lungo 153,6 metri con un dislocamento di 17,200 tonnellate. Sarà armato con dodici missili balistici Trident e siluri pesanti Spearfish per l'autodifesa. I quattro sottomarini classe Dreadnought riceveranno il nuovo ed avanzato reattore nucleare ad acqua pressurizzata PWR-3 dalla Rolls-Royce e resteranno in servizio per trent'anni. Tali capacità avranno un costo considerevole. In soli costi di sviluppo ed acquisizione (dati ufficiali Mod) la Royal Navy stima una spesa di tredici miliardi di sterline, compresa la ristrutturazione delle testate. Le nuove infrastrutture avranno un costo di tre miliardi di sterline spalmati su trent'anni. I costi operativi annuali si aggireranno intorno al 5/6% del bilancio della Difesa britannico. Le stime dei costi a lungo termine sono notoriamente difficili da prevedere, ma in base a tali dati la flotta Dreadnought avrà un costo di gestione di circa 2 miliardi di sterline all'anno. Nel 2017 e nel 2018 Londra ha destinato 57 miliardi all'anno alla spesa militare con fondi provenienti proprio dal capitolo destinato alla classe Dreadnought.

Lo scorso sei dicembre il Ministero della Difesa inglese ha reso noto il nome del secondo sottomarino balistico a propulsione nucleare della classe Dreadnought: HMS Valiant.

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