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Ruanda, i giorni del genocidio nell'orrore delle fosse comuni

Riaffiorano teschi e ossa e con essi il dramma di giorni in cui morirono in 800mila

Ruanda, i giorni del genocidio nell'orrore delle fosse comuni

Era nascosta da un'abitazione a Kabuga, poco fuori dalla città di Kigali. È qui che è stata trovata una fossa comune prima sconosciuta, un tragico ricordo di quel genocidio in Ruanda che fece più di 800mila morti tra l'aprile e il luglio del 1994 e che è il capitolo più nero nella storia recente del Paese africano.

È emersa soltanto ad aprile di quest'anno un'altra fossa comune (guarda le foto) all'interno della quale, ammonticchiati, si trovavano i corpi ormai ridotti a scheletri di decine e decine di persone, uccise nelle violenze istigate dal governo Hutu del Ruanda contro i Tutsi.

Sono state le testimonianze dei sopravvisuti a permettere di identificare il luogo esatto e quel cratere di 25 metri da cui sono emersi 207 morti ammazzati, contati dal numero dei femori rinvenuti.

Ma potrebbero essere almeno 2000, se non 3000, le vittime ancora sepolte dalla terra, non lontano dal Memoriale del genocidio di Kigali, dove 250mila corpi sono stati risepelliti con maggiore dignità dalla fine del genocidio.

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