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Se i fotografi usano i bimbi per piegare l'opinione pubblica a aprire le frontiere ai migranti

L'obiettivo dei reporter è scattare foto che diventino virali e pieghino le coscienze al buonismo. Chi potrebbe mai chiudere la porta in faccia a un bimbo indifeso?

Se i fotografi usano i bimbi per piegare l'opinione pubblica a aprire le frontiere ai migranti

Cosa vi evoca un bambino indifeso davanti a un poliziotto armato? E cosa vi fa venire in mente un padre disperato che dopo aver toccato terra alza al cielo il proprio piccolo baciandolo, abbracciandolo e ringraziando di non essere stato inghiottito dal mare? E ancora: qual è il primo sentimento che vi morde lo stomaco nel vedere un ometto di non più di cinque anni giocare, solo, in un impolverato centro di prima accoglienza? Anche ai più cinici queste immagini evocano un dolore senza tempo e una sete di giustizia che lo spingono di getto a rivedere qualsiasi sua opinione in tema di immigrazione. Questo perché la campagna buonista, che mira ad abbattere le frontiere per far entrare fiumi di popoli in fuga, passa anche dai contenuti fotografici che arrivano dalle frontiere prese d'assalto da centinaia di migliaia di immigrati.

Baby profuga siriana

In questo dramma che è l'immigrazione i più fotografati sono i bambini. O le mamme coi bambini. O i papà coi bambini. Perché certe immagini - è inutile girarci troppo attorno - sono un pugno allo stomaco. Come lo era stata la fotografia di Aylan al Kurdi, il bimbo di tre anni divorato dal mare e gettato, ventre a terra, su una spiaggia di Bodrum. La morte di quel bimbo ha scosso le coscienze dei leader europei. Gli stessi leader che, mentre migliaia di persone (tra cui un'infinità di bimbi) perdevano la vita nauragando nel Mediterraneo, si voltavano dall'altra parte. Davanti alla fotografia di Aylan non hanno potuto più fare altrimenti. E, finalmente, si sono accorti che l'immigrazione incontrollata è un'emergenza. Da quel momento, però, i bambini sono stati presi d'assalto dalle macchine fotografiche dei reporter inviati lungo la "rotta balcanica" a raccogliere storie strappalacrime. Come se un bimbo valesse più di un ragazzo, di una donna o di un uomo. Eppure è così: vale di più.

Bimbo davanti ai poliziotti

Così, nella caterva di scatti che arrivano in redazione dalle agenzie stampa, la stragrande maggioranza dei soggetti fotografati sono bambini (guarda qui). Immagine cariche di sentimento che, però, sembrano costruite ad hoc quasi a voler piegare l'opinione pubblica e dirottare la politica a prendere misure più permissive.

In un momento in cui l'Unione europea si sta interrogando se arginare l'invasione, come pensano Paesi come l'Inghilterra, l'Ungheria o la Spagna, o creare corridoi umanitari per accogliere gli immigrati, come vorrebbe fare la Germania, la Francia e l'Italia, certe foto possono anche fare la differenza. Chi potrebbe mai chiudere la porta in faccia a un bimbo indifeso?

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