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Giornata della memoria. Settanta anni fa la liberazione di Auschwitz

Il mondo ricorda lo sterminio avvenuto nei campi di concentramento nazisti. Striscione negazionista esposto a Roma

Un sopravvissuto torna ad Auschwitz dopo 70 anni
Un sopravvissuto torna ad Auschwitz dopo 70 anni

Hanno ancora il numero tatuato sul braccio e sono anziani i circa trecento ex prigionieri di Auschwitz arrivati nel luogo che, settanta anni fa, fu liberato, permettendo loro di tornare a vivere. Avevano subito ogni genere di sopruso, fino alla negazione stessa della dignità di essere umani. Era difficile sopravvivere in quell'inferno. Qualcuno ce la fece, la maggior parte vi perse la vita. La loro colpa? Essere ebrei (ma anche anarchici, omosessuali, rom e sinti, malati mentali e criminali comuni). A seconda della cetegoria di appartenenza i prigionieri avevano un simbolo cucito sul petto, di diverso colore. Agli ebrei era riservata la stella di Davide di colore giallo.

Furono i soldati russi a liberare il più grande e famigerato campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, dove in meno di cinque anni morì oltre un milione di persone. Il lager occupava un’area di quasi 200 ettari ed era stato costruito dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale nel sud della Polonia, per attuare la "soluzione finale" contro gli ebrei in Europa.

Il mondo ricorda oggi quella tragedia nella giornata internazionale della memoria delle vittime dell'Olocausto. Alle cerimonie partecipano i rappresentanti di 42 Paesi. Gli ex internati leggeranno discorsi e lasceranno corone di fiori davanti al muro usato per le esecuzioni. In un messaggio su Twitter Papa Francesco ha scritto: "Auschwitz grida il dolore di una sofferenza immane e invoca un futuro di rispetto, pace ed incontro tra popoli".

Il presidente del Senato Pietro Grasso, nell'esercizio delle funzioni di Presidente della Repubblica, durante le celebrazioni ufficiali della Giornata della memoria ha ricordato che grazie alla memoria di ieri che possiamo difendere la nostra civiltà dagli atteggiamenti che hanno originato allora, e muovono ancora oggi, la macchina del razzismo, con la sua fabbricazione del nemico e la sua rozza pedagogia di ignoranza e ostilità verso il diverso: di volta in volta, clandestino, omosessuale, ebreo, islamico, nomade". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha affidato al social network il proprio ricordo. "#pernondimenticare. L'Italia onora e ricorda la #giornatadellamemoria 70 anni dopo la liberazione di Auschwitz #maipiù". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ricordato che "l’Italia è in prima fila contro l’antisemitismo e contro tutte le intolleranze religiose". Il responsabile della Farnesina sottolinea che "la Giornata della Memoria è un appuntamento importante e sentito da tutti gli italiani. Episodi di antisemitismo continuano a manifestarsi nel mondo e ci pongono di fronte a nuove sfide. Oltre ad una condanna univoca e netta degli atti antisemiti e della loro matrice ideologica, sono convinto - aggiunge - che serva proseguire una battaglia culturale contro tutte le intolleranze per favorire il rispetto delle identità religiose".

Striscione provocatorio a Roma

In un parco della Capitale è stato affisso uno striscione a firma "Militia". Lo hanno attaccato a una ringhiera del parco Yitzhak Rabin, in via Panama. Vi si si leggeva questa scritta: "Olocausto menzogna storica, Hitler per 1000 anni". Rimosso dai carabinieri, si analizzano le immagini registrate dalle telecamere della zona per cercare di individuare i responsabili.

Il famigerato lager di Auschwitz

I tedeschi scelsero Auschwitz dopo l'invasione della Polonia, nel settembre 1939. La considerarono perfetta per ragioni logistiche, grazie a una rete ferroviaria sviluppata che permetteva facili collegamenti con gli altri Paesi. Fu per queste ragioni che alla fine del 1939 i nazisti decisero di utilizzare la struttura di una vecchia caserma in un quartiere di Auschwitz per aprire il primo campo di concentramento e risolvere "il problema dell’affollamento" delle prigioni in Slesia. Aperto nell’aprile del 1940, il campo vide arrivare i primi detenuti - prigionieri politici polacchi - il 14 giugno. Nel 1941 il campo fu allargato con la costruzione di Birkenau, fino a diventare, nel 1943, una vera e propria "fabbrica della morte". Degli 1,1 milioni di persone che vi persero la vita, il 90% erano ebrei deportati dalla Polonia e da altri Paesi d’Europa. Le forze alleate vennero a conoscenza dell'esistenza dei campi di sterminio, ma non intervennero in alcun modo, dando la priorità alla vittoria della guerra contro Hitler e i suoi alleati. Così la fine dei lager e la liberazione dei prigionieri arrivò solo nel 1945, quando la Seconda Guerra mondiale volgeva al termine. Dall’Italia il primo trasporto di ebrei per Auschwitz avvenne il 23 ottobre del 1943: complessivamente nel lager persero la vita circa 8 mila italiani.

La liberazione del campo avvenne il 27 gennaio 1945 ad opera dei soldati dell’Armata Rossa guidati dal maresciallo Ivan Konev. Dopo aver sfondato sul Fronte ucraino, marciarono su Berlino. Nell'area in cui sorgeva il lager nel 1947 fu fondato un museo memoriale. Nel 1979 Auschwitz-Birkenau è stato iscritto come luogo di memoria nell’elenco dei siti tutelati come patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel novembre 2005 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha scelto la ricorrenza della liberazione del campo dell’orrore per istituire una Giornata mondiale di commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto.

Nonostante questo incredibile tributo di sangue sia testimoniato da persone miracolosamente scampate ai campi di sterminio, qualcuno ancora oggi nel mondo continua a dire che è solo un'invenzione.

L'offesa più grande che si possa arrecare alle vittime e alla loro memoria: negare che vi sia stato un massacro, meticolosamente pianificato da menti criminali.

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