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Lo sfogo del papà: «Ho fatto di tutto per convincerle a non partire»

Lo sfogo del papà: «Ho fatto di tutto per convincerle a non partire»

Ore di attesa, interminabile attesa, fatta di silenzi che prendono alla stomaco, alla gola e lasciano senza respiro. La sorte di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane di 20 e 21 anni, rapite nel nord della Siria, resta un mistero. Il governo italiano sta lavorando «pancia a terra», come ha sottolineato il sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova, per cercare di identificare la banda che le ha rapite, il quale potrebbe ormai aver ceduto gli ostaggi a un altro gruppo. L'Unità di crisi della Farnesina mantiene costanti contatti con la Siria.

Ma a far rumore è la consegna del silenzio da parte dei familiari delle due volontarie scomparse nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto. E i molti rimpianti. «Vanessa ha deciso di partire contro la nostra volontà convinta che per aiutare i bambini siriani dovesse andare da loro - ha detto all' Eco di Bergamo , nelle ultime dichiarazioni prima del blackout, Salvatore Marzullo -. Ho provato in tutti i modi a dissuaderla. Noi eravamo contrari all'ennesima partenza per la Siria. Questo era il suo terzo viaggio in quel paese. Ho provato in ogni modo a farle cambiare idea fin dall'inizio: ero pronto a sostenere i costi di una fondazione, ma a patto che operasse qui in Italia, coordinando gli aiuti. Invece lei non ha voluto sentire ragione: è così presa dal cuore da non usare la testa. I bambini sono la sua fissa».

Mercoledì il genitore ha incontrato i funzionari del ministero degli Esteri, che sente continuamente, sperando di aver presto buone notizie. La casa di Greta a Gavirate, invece, resta chiusa. Parenti e conoscenti non dicono una parola per non compromettere l'opera diplomatica della Farnesina. Non parlano nemmeno i vicini e gli ex insegnanti del liceo Rosetum di Besozzo, che la giovane ha frequentato fino a due anni fa.

«Ho sentito la famiglia telefonicamente ma non sono andata di persona per una questione di sensibilità», conferma il sindaco Silvana Alberio. In paese, al momento, si è preferito non organizzare appuntamento pubblici per evitare di «far chiasso».

«Come comunità - aggiunge il primo cittadino - partecipiamo all'apprensione della famiglia e speriamo si risolva tutto al più presto e per il meglio».

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