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Siria, attacco chimico dell'Isis ad un aeroporto

Media russi e iraniani parlano di un "attacco chimico compiuto dall’Isis" contro l’aeroporto militare di Dayr az Zor, nella Siria orientale, assediato dai jihadisti ma in mano governativa

Siria, attacco chimico dell'Isis ad un aeroporto

I tagliagole dell'Isis hanno compiuto un attacco chimico contro l’aeroporto militare di Dayr az Zor, la più grande città nella parte orientale della Siria, assediato dai jihadisti ma in mano governativa. A riferirlo sono i media russi e quelli iraniani. Alcuni soldati sarebbero rimasti soffocati. Questo episodio aggiunge peso alle denunce passate sull'utilizzo di varie forme di gas velenoso per attaccare bersagli. Accuse fatte dai deputati curdi nel parlamento turco, con la Turchia sospettata di fornire armi chimiche allo Stato islamico e altri gruppi jihadisti per combattere il governo siriano.

L’Isis, come riferisce l'agenzia Sana, avrebbe utilizzato gas mostarda. Non si sa quanti soldati siano rimasti coinvolti o uccisi. L’attacco è l’ennesimo di una serie, realizzati - si teme - proprio con armi chimiche, compiute dai jihadisti in Siria e nel vicino Iraq. Il 9 marzo, un sospetto attacco chimico contro la città di Taza, a sud di Kirkuk, in Iraq, causò la morte di tre bambini e lasciò circa 1.500 persone con gravi difficoltà respiratorie, abrasioni di vario tipo ed eruzioni cutanee. Finora gli attacchi con le armi chimiche dei terroristi dell’Isis sono stati poco letali, ma hanno avuto un notevole impatto psicologico sulla popolazione: il mese scorso, dopo l’attacco a Taza, circa 25mila persone fuggirono dalle loro case, temendo un altro attacco chimico. A febbraio l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opcw) ha confermato i rapporti in base ai quali contro le forze curde nel nord dell'Iraq durante tutto il 2015 sono state utilizzate armi chimiche.

La polizia turca, intanto, ha arrestato due persone a Gaziantep, nel sud del Paese: si tratterebbe di due super ricercati miliziani dell’Isis. In base a quanto riferito dai media turchi, i due sarebbero stati in procinto di preparare un attentato kamikaze; insieme all’arresto infatti, è avvenuto il sequestro di cinture esplosive. Tra gli arrestati figura Mehmet Mustafa Cevik, che nella lista del ministero dell’interno è considerato un super ricercato.

In una diversa operazione condotta sempre a Gaziantep è stato arrestato Ercan Capkin, considerato a capo della cellula locale, nonché fratello di uno dei responsabili dell’attacco kamikaze che lo scorso 19 marzo, a Istanbul, ha causato la morte di 4 persone. Altre quattro persone sono state colpite da ordinanza di custodia cautelare in carcere

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