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Siria, in azione reparti speciali ceceni

Il loro impiego potrebbe essersi reso necessario per svolgere compiti particolarmente compromettenti per gli specnaz dell’Fsb

Siria, in azione reparti speciali ceceni

“I reparti speciali ceceni non sono in Siria, la Russia opera con le proprie truppe interne nell’operazione anti-terrorismo contro lo Stato islamico”.

Un seccato Dmitry Peskov, portavoce di Putin, ha smentito categoricamente, pochi minuti fa, le dichiarazioni del presidente ceceno, Ramzan Kadyrov. Quest’ultimo, durante la messa in onda di un teaser per un documentario televisivo che andrà in onda mercoledì prossimo sul canale di Stato Rossija 24, ha confermato il rischieramento operativo dei suoi agenti.

Le forze cecene fedeli al Cremlino - ha affermato un orgoglioso Kadyrov nel promo andato in onda ieri in prima serata - sono in Siria in missioni di intelligence sotto copertura. Grazie alle loro preziose informazioni, l’aviazione russa identifica i bersagli da colpire.

“I nostri migliori agenti segreti ceceni sono infiltrati tra le fila del gruppo militante. Sono in Siria dall’inizio della guerra. Abbiamo allestito una vasta rete di spionaggio all'interno dello Stato islamico".

Nonostante le smentite ufficiali dei russi (abbiamo schierato soltanto truppe regolari), ogni format trasmesso sulla tv di Stato russa riflette la linea del Cremlino. Una “svista” nella comunicazione (non è l’unica in questi mesi, basti pensare alla “sbadataggine” per svelare lo Status-6) che andrebbe letta come un avvertimento indirizzato ai terroristi dello Stato islamico e l’ennesima riprova della lealtà di Ramzan Kadyrov nei confronti di Vladimir Putin. I ceceni, per la loro esperienza militare e la natura violenta, sono i migliori combattenti del califfato e svolgono un ruolo di primo piano nel gruppo radicale.

Queste non sono chiacchiere – disse Kadyrov lo scorso ottobre alla radio RSN - chiedo il permesso di andare in Siria e partecipare alle operazioni speciali.

“Io sono un musulmano, un ceceno ed un patriota russo. Quando nel 1999, la nostra repubblica è stata invasa da questi diavoli, abbiamo giurato sul Corano che li avremmo combattuti ovunque, ma abbiamo bisogno dell’autorizzazione del comandante in capo”. Secondo quanto prevede la Costituzione russa, il presidente è anche il comandante in capo delle forze militari.

Sappiamo che i reparti speciali ceceni sono stati addestrati sul modello del gruppo Alpha, unità d'élite specnaz (traslitterazione dal cirillico) specializzata nell'antiterrorismo. Le forze speciali cecene rispondono formalmente al Ministero degli Interni russo e sono parte integrante del gruppo speciale Terek. Quest’ultimo rientra nel Rapid Reaction Special Group nel Distretto Federale del Nord Caucaso. Le forze speciali cecene (molti sono gli ex operatori dell’unità specnaz Vostok) sono completamente autonome. Strutturate inizialmente come guardie del corpo del presidente Ramzan Kadyrov, le forze speciali cecene si sono evolute per il rischieramento sul campo. Formate ufficialmente nell’estate del 2014, la loro creazione è stata motivata dal governo centrale per “combattere una possibile incursione da parte dei militanti dello Stato islamico”. Il 12 febbraio dello scorso anno, Kadyrov annunciò la creazione di un centro di formazione per operatori dei reparti speciali grande quanto una città.

"La repubblica cecena diventerà uno dei centri mondiali per la formazione dei reparti speciali, il progetto coinvolgerà un'intera città specificamente realizzata per l’antiterrorismo. Scuole, ospedali, asili ed un teatro: tutte queste strutture sono state pensate per liberare gli ostaggi e distruggere i terroristi". La costruzione del centro sarebbe in corso.

Ritornando alle forze speciali cecene presenti in Siria. Il loro impiego potrebbe essersi reso necessario per svolgere compiti particolarmente compromettenti per gli specnaz dell’FSB. Il coinvolgimento di questi operatori in Siria rafforza la figura di Ramzan Kadyrov non solo nel Caucaso del Nord, ma anche a livello federale in Russia.

Le forze speciali cecene, condividono con gli operatori OMON (Unità Speciale Antiterrorismo della Polizia russa), sia parte dell’addestramento che il motto: “Noi non conosciamo pietà e non ne chiediamo”

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