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Siria, cooperazione militare tra Russia e Turchia

La Turchia aderisce formalmente al pool di condivisione delle informazioni di intelligence creato da Russia, Siria, Iraq ed Iran

Siria, cooperazione militare tra Russia e Turchia

Russia e Turchia hanno iniziato a condividere informazioni di intelligence in Siria. L’accordo è stato raggiunto durante l'ultima settimana di colloqui tra i presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan. La Turchia aderisce formalmente al pool di condivisione delle informazioni di intelligence creato da Russia, Siria, Iraq ed Iran. Il sostegno russo è ritenuto essenziale per l’operazione militare Scudo dell'Eufrate, lanciata dalla Turchia il 24 agosto scorso, in risposta ad un attacco terroristico nella città di Gaziantep. La Turchia ha inviato truppe nel nord della Siria per respingere i jihadisti dal confine ed arrestare l’avanzata del curdi siriani. La Turchia mira a creare una zona di sicurezza lungo il confine turco-siriano, lunga 98 chilometri e profonda 45 chilometri. Secondo il primo vice presidente del Comitato di Difesa e Sicurezza del Consiglio della Federazione Russa, Franz Klintsevich, raggiunto da Izvestia, la condivisione delle informazioni di intelligence rientra nella nuova linea in tema di politica estera adottata dalla Turchia subito dopo il fallito golpe della scorsa estate. Russia e Turchia appartengono a diversi blocchi politico-militari. Ciò significa che la cooperazione tecnico-militare tra i due paesi deve comunque tenere conto, almeno fino ad oggi, dei fattori geopolitici e strategici in atto.

Nonostante sia membro della Nato – ha aggiunto Klintsevich – la Turchia è profondamente turbata dal fallito golpe e dal possibile coinvolgimento indiretto delle potenze occidentali. Sarebbe stato proprio il fallito colpo di stato ad avvicinare Ankara a Mosca. Secondo i media arabi ed iraniani, il servizio segreto russo, poche ore prima l’inizio del golpe del 17 luglio, avrebbe avvertito il governo turco. Sarebbe stato proprio l’avvertimento russo ad essere determinante per sventare il golpe e riavvicinare i due paesi. Questa, la versione dei media arabi ed iraniani. In realtà, la questione curda e la lotta contro lo Stato islamico sono stati determinanti nel disgelo tra Mosca ed Ankara. Da rilevare che gli eventi in Medio Oriente hanno sempre influenzato in modo esplicito i legami tra i due paesi.

Nuovo asse Mosca - Ankara

Le relazioni tra Russia e Turchia deteriorarono dopo l'abbattimento di un cacciabombardiere russo avvenuto il 24 novembre dello scorso anno in Siria ad opera di un F-16 turco. Mosca, in risposta a quello che il presidente russo Vladimir Putin definì come una “pugnalata alla schiena”, impose una serie di misure restrittive sulla Turchia. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, lo scorso giugno, chiese ufficialmente scusa al presidente russo, offrendo le sue condoglianze alla famiglia del pilota russo rimasto ucciso. Il primo incontro tra i due leader avvenne a San Pietroburgo, il 9 agosto scorso. Da allora, le relazioni bilaterali sono costantemente migliorate fino al 23 ° Congresso Mondiale dell'Energia che si è svolto ad Istanbul poche settimane fa. La Russia, tra le altre cose, ha parzialmente revocato il divieto sulle importazioni di frutta (restano quelle sulla verdura) dalla Turchia e le due parti hanno creato un fondo di investimento di 500 milioni di dollari. Determinante, infine, l’accordo intergovernativo sul gasdotto Turkish Stream. Le due condotte avranno una capacità annuale di 15,75 miliardi di metri cubi ciascuno. La prima linea sarà utilizzata per trasportare gas ai consumatori turchi, mentre la seconda in Europa. In cambio, la Russia ha accettato di offrire alla Turchia uno sconto pari al 10,25 per cento sulle forniture di gas.

Il Turkish Stream che si estende lungo la parte meridionale del Mar Nero ed attraversa la Turchia, dovrà essere completato entro il 2019, anno in cui scadrà il contratto tra Russia ed Ucraina per il transito del gas russo verso l'Europa.

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