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Siria, ecco la base aerea bombardata dagli Usa

Sarebbero 15 gli aerei distrutti, mentre le piste sembrerebbero intatte: è quanto emerge dalle prime foto giunte dalla base di Shayrat, bersaglio dell’incursione Usa di questa notte

Siria, ecco la base aerea bombardata dagli Usa

Iniziano ad arrivare le prime immagini dalla base aerea di Shayrat, colpita questa notte dal lancio di 59 missili Tomahawk partiti dalle navi USA stanziate presso il Mediterraneo; la base in questione, si trova a sud di Homs, terza città siriana in ordine di grandezza che, tra le altre cose, nei giorni scorsi è tornata ad essere interamente nelle mani dell’esercito dopo l’evacuazione degli islamisti dagli ultimi quartieri da loro occupati. Il luogo colpito dai missili USA, è un crocevia di alcune delle strade più importanti lungo l’asse posto tra Homs e Damasco: infatti, il sito militare si trova non lontano dall’autostrada M5, l’arteria più importante che attraversa da nord a sud la Siria, ma soprattutto la base dista 30 km in linea d’aria dal fronte che divide i territori in mano governativa da quelli occupati dall’ISIS ed inoltre, Shayrat è a meno di 60 km da Tyas, dove sorge la base militare T4, quella cioè più prossima alla città di Palmyra. Si può ben comprendere quindi il ruolo che questo sito militare esercita nella lotta al terrorismo ed ai miliziani seguaci di Al Baghdadi; con il favore delle prime luci dell’alba, alcuni reporter invitati dall’esercito siriano sono entrati all’interno della base mostrando quindi il reale danno dell’incursione aerea voluta da Trump: il primo elemento che risalta agli occhi, è l’integrità della pista. Infatti, non sembrano esserci squarci importanti lungo l’asfalto, né segni di grandi deflagrazioni; in un commento postato su Twitter da uno dei reporter giunti sul posto, si fa riferimento proprio al fatto che la pista è utilizzabile e che non risultano importanti danni all’infrastruttura. Ad essere stati colpiti invece, sono diversi depositi e numerosi hangar dove erano riparati non pochi aerei; pur tuttavia, sul numero di velivoli distrutti, non sembra al momento esserci un dato preciso specie perché al momento nulla è trapelato ufficialmente dal Ministero della Difesa siriano: pare comunque, stando ai primi report, che sarebbero stati distrutti dai 9 ai 15 aerei militari, mentre gli elicotteri che si trovavano sulla base sarebbero stati spostati in tempo prima dell’attacco, al pari di altri velivoli.

La base di Shayrat, proprio per via della sua importanza, conteneva comunque molti più mezzi e dunque i danni, pur se consistenti per un’aviazione che utilizza ogni giorno da sei anni a questa parte un gran numero di aerei per le proprio azioni militari, appaiono comunque limitati rispetto al potenziale distruttivo del lancio di quasi sessanta missili Tomahawk; alcuni hangar sono stati risparmiati, infatti al fianco delle foto che mostrano depositi e locali anneriti dagli incendi e parzialmente distrutti dalle esplosioni, vi è anche un’immagine che immortala un aereo perfettamente conservato ed intatto. Altre due foto invece, evidenziano la funzionalità dei sistemi antiaerei siriani Sa-6 posti nelle immediate vicinanze della base; questi sistemi non sembrerebbero essere stati interessati dai bombardamenti anche se, è bene evidenziare, gli Sa-6 non sono comunque in grado di reagire alle incursioni dei Tomahawk e dunque non funzionali alla difesa della base rispetto all’attacco avvenuto nella scorsa notte. Su Russia24 invece, sono state mostrate alcune immagini che ritraggono almeno due ambulanze all’interno della base di Shayrat e questo confermerebbe le notizie, circolate due ore dopo l’attacco statunitense, della presenza di morti e feriti tra i soldati siriani; su Twitter, un giornalista siriano ha anche mostrato la foto del primo caduto dell’esercito all’interno della base e si tratterebbe del soldato Firas Hammoud, di 25 anni. Sul numero delle vittime, alcuni dati parlano di cinque morti nelle fila dell’esercito regolare, ma il bilancio è provvisorio: pur tuttavia, l’esistenza di caduti a seguito del bombardamento, dimostra che nel momento dell’attacco non tutta la base era stata evacuata in tempo.

Intanto, a circa trenta chilometri più a nord, alcuni miliziani dell’ISIS hanno approfittato delle notizie del bombardamento USA per attaccare l’esercito di Damasco e cercare di prendere la strada di collegamento tra Shayrat e Tyas, pur tuttavia gli uomini di Assad avrebbero già respinto questo primo tentativo di intrusione.

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