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Siria, padre Murad è ancora in vita. Il sacerdote nelle immagini dell'Isis

Sequestrato lo scorso 21 maggio, è ritratto in alcuni scatti degli estremisti. È legato alla comunità di Dall'Oglio

A sinistra, cerchiato in rosso, il sacerdote Jacques Murad
A sinistra, cerchiato in rosso, il sacerdote Jacques Murad

C'è anche padre Jacques Murad nelle foto della comunità cristiana di Qaryatain, pubblicate dal sedicente Stato islamico e che mostrano i fedeli obbligati a sottoscrivere un contratto per la "protezione" con gli uomini del gruppo estremista.

Il sacerdote, legato al monastero di San Mosè l'abissino, rifondato in Siria dal gesuita italiano padre Paolo Dall'Oglio, è stato sequestrato lo scorso 21 maggio, portato via sotto la minaccia delle armi dal monastero di Mar Elian, dove si era rifugiato. È vivo e non in cattive condizioni.

Ieri era stata l'agenzia Fides a dire che padre Murad e gli altri ostaggi, cristiani e musulmani, si trovavano ancora nell'area del sequestro, non lontano da Homs. Pochi giorni prima un servizio televisivo sulla televisione libanese Nursat, che non conteneva informazioni precise sul sacerdote, ma assicurava che era ancora in vita.

In Siria sono tuttora in corso trattative per la liberazione del sacerdote e di altri 270 ostaggi, condotte da alcuni responsabili delle comunità. Le persone sotto sequestro sono - ancora secondo fonti di Fides - in una condizione "abbastanza sicura", ma comunque privi della libertà.

La presenza di padre Murad nelle fotografie è stata confermata all'Ansa da fonti della comunità monastica.

Il sacerdote appare vestito con una maglietta scura e un paio di pantaloni chiari, "molto dimagrito", ma salvo.

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