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Sotloff, free-lance con la passione per l'Islam

31 anni, nato e cresciuto in Florida, Sotloff aveva fatto per anni il freelance prima di essere rapito in Siria

Il giornalista Steven Sotloff, in una foto scattata in Egitto, davanti alla Sfinge
Il giornalista Steven Sotloff, in una foto scattata in Egitto, davanti alla Sfinge

Steven Sotloff, il giornalista free-lance americano di cui lo Stato islamico (Is) ha diffuso il video della decapitazione, era stato rapito il 14 agosto 2013 vicino ad Aleppo, in Siria. Trentunenne, originario della Florida, Sotloff parlava l’arabo e aveva collaborato con il settimanale Time ma anche con Foreign Policy, World Affairs, Cnn e Fox News, seguendo le crisi in Egitto, Turchia, Libia e Bahrein. La sua esecuzione era stata in qualche modo anticipata il 19 agosto nel video jihadista dell’esecuzione di un altro giornalista Usa, James Foley, in cui Sotloff compariva brevemente nelle ultime sequenze legato, con la tuta arancione e i capelli rasati a zero, mentre un miliziano vestito di nero lo teneva da dietro per la collottola. Le immagini erano accompagnate dall’avvertimento che la sua sorte sarebbe dipesa dalle prossime mosse di Barack Obama. Sotloff amava il mondo islamico e nei suoi reportage si era spesso concentrato sul lato umano dei conflitti mediorientali, ad esempio visitando i campi profughi dei siriani. Era un grande tifoso di basket, sosteneva i Miami Heat negli ultimi anni dominatori della Nba, e sul suo profilo Twitter si definiva "un filosofo da cabaret di Miami".

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